Napoli. San Gennaro, via al ricorso: la Deputazione va all'attacco

Il sindaco Luigi de Magistris c'è, si schiera, ed è pronto a firmare il ricorso contro il decreto del ministero dell'Interno Angelino Alfano che cambia la...

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Il sindaco Luigi de Magistris c'è, si schiera, ed è pronto a firmare il ricorso contro il decreto del ministero dell'Interno Angelino Alfano che cambia la natura laica della Deputazione della Cappella de Tesoro, facendo entrare, dopo cinque secoli, rappresentanti nominati dalla Curia. Come dire che il Patrono cambierebbe domicilio e carta di identità: non più napoletano tra i napoletani, il primo dei napoletani, ma residente in Vaticano. Insomma, una rivoluzione che non piace alla Deputazione di cui de Magistris è il presidente in quanto sindaco, perché giustamente snaturerebbe la natura laica del particolarissimo rapporto che c'è tra «faccia gialla» e la sua gente. La Deputazione rappresenta Napoli, la città, in maniera carnale, anzi è il caso di dire che il rapporto è di sangue. Dunque, cosa ha detto il sindaco presidente della Deputazione?


«Nelle prossime ore mi impegnerò per fare i necessari passi giuridici, amministrativi e istituzionali perché non ci siano strappi, ma anche affinché si continui a lavorare per aprire una nuova fase, senza snaturare la storia che ci ha consegnato San Gennaro». Insomma, ci saranno, molto probabilmente ci sono già stati, incontri e telefonate con la Curia, con il ministero e soprattutto con la Deputazione, e a giudicare dalla parole di de Magistris si è già passati alle vie di fatto, al ricorso che deve essere presentato entro il 4 del mese per opporsi in tempo utile alla decisione del ministro dell'Interno. In queste ore è filtrata anche una indiscrezione in base alla quale i membri della Deputazione avrebbero già chiesto al Presidente la firma da apporre sotto allo stesso ricorso. Ma al momento resta una indiscrezione non confermata. De Magistris, in ogni caso, attacca ancora: «La questione è giuridicamente controversa, e già ne ho parlato con il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, al quale ho detto di essere contrario rispetto alla strada intrapresa e indicata dal decreto del Viminale perché nella storia si è trovata una straordinaria sintesi tra il momento laico e quello religioso che viene rappresentato da San Gennaro che interpreta tutta la città, la Deputazione e la cappella».

«Secondo me - dice ancora il primo cittadino - si deve trovare una formula che non vada a turbare equilibri consolidati. Penso che si debba lavorare per la scrittura di un nuovo statuto, che una nuova fase si debba necessariamente aprire, ma senza che si vada a snaturare la storia che ci ha consegnato il nostro Santo Patrono che mi pare porti bene». Il sindaco - nella sostanza - sarebbe anche pronto a limare lo statuto ma non nella direzione di inserire la Curia. Le reazione della città sono tutte o quasi contro l'iniziativa del ministro, che per alcuni è stata in qualche modo provocata dalla stessa Curia napoletana. Guido Donatone, presidente di Italia Nostra, per esempio, è durissimo. «È il sindaco, a nome del popolo, il vero padrone di casa della Cappella, infatti aspetta il cardinale sulla soglia e lo invita a entrare in luogo che non gli appartiene» dice Donatone. «Per sottolineare - spiega ancora Donatone - che la Cappella appartiene alla cittadinanza, per esaltare e sancire la sua laicità e quindi la netta autonomia della Deputazione del Tesoro di San Gennaro». Donatone fa altre notazioni storiche: «E' curioso però che la protezione si sia dovuta estendere e prevedere anche dalla Curia, in quanto risulta che essa nei secoli ha sempre tentato di esercitare la sua ingerenza sulla Deputazione: è in gioco in sostanza la gestione dell'evento prodigioso del miracolo del santo». La protesta è virale e gira a palla su Twitter con l'hashtag San Gennaro. E i commenti e le aesioni sono inequivocabili.


«Questa città è stata già troppo depredata in 155 anni di occupazione. Giù le mani dal tesoro e dalla Cappella di #Sangennaro» scrive Dnd Napoli. «Attacco a #Napoli nostra#cultura e nostre #tradizioni #GiulemanidaSGennaro». E ancora: «Maurizio Ponticello scrive«#Alfano cardinale Sepe San Gennaro è della città, la curia non lo tocchi! dopo toccherà al #tesorodisangennaro?». Su fb è nata subito la pagina da titolo emeblematico: «Giu le mani da San Gennaro» che conta già centinaia di adesioni e tutte nella stessa direzione. Torniamo al tema più politica, quella di oggi dovrebbe essere una giornata importante con lo stesso de Magistris protagonista in quanto presidente della Deputazione che dovrebbe incontrare i membri della stessa e stabilire il da farsi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino