Napoli, scorta urgente per un trapianto: la staffetta di solidarietà dei vigili

Napoli, scorta urgente per un trapianto: la staffetta di solidarietà dei vigili
Questa è una storia di solidarietà, entusiasmo, abnegazione, senso civico. Una storia che qualcuno potrà considerare banale (la corsa per fare da scorta a...

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Questa è una storia di solidarietà, entusiasmo, abnegazione, senso civico. Una storia che qualcuno potrà considerare banale (la corsa per fare da scorta a un'equipe medica per un trapianto) ma che, invece, contiene i semi della speranza. Una buona notizia, insomma, nel mare delle brutture che ci circondano.

Sono le undici di sera di venerdì 29 dicembre. Napoli pensa un po' alla vittoria calcistica che le regala la leadership al giro di boa del campionato e un po' alla notte di San Silvestro che è dietro l'angolo. A Napoli c'è un'emergenza in corso: a Capodichino stanno arrivando organi da trapiantare. L'urgenza è ovvia, la necessità di fare ancora più in fretta è impellente.

Una persona del 118 in attesa a Capodichino ricorda di avere un amico nella polizia municipale, lo chiama: «Possiamo avere una scorta per andare più velocemente?». L'uomo è fuori città ma chiama immediatamente la sala radio dei vigili: gli basta fare un accenno all'emergenza e scatta una gara di professionalità e solidarietà.

Subito viene inviata un'auto che farà da battistrada al mezzo che trasporterà gli organi. Ma dalle altre auto in servizio altri vigili hanno ascoltato la comunicazione: subito partono i contatti: «Il nostro turno è concluso ma non torneremo al comando. Restiamo lungo il percorso per garantire strada libera al 118». Sono in tanti a dare la loro adesione.

Così succede che il percorso dell'auto medica diventa rapidissimo. E i medici potranno mettersi immediatamente al lavoro: in tutto nella notte ci saranno sei interventi per sei pazienti bisognosi di trapianto. Come sempre avviene in questi casi non si può dire se tutto è andato bene, bisogna attendere e avere fiducia, anche se gli interventi sono tecnicamente riusciti.
 
Ma, ci perdoneranno i medici (ai quali va la nostra ammirazione per ciò che fanno quotidianamente) e i malati che ora stanno lottando e sperando, il fulcro di questa storia non sono gli interventi di trapianto. Questa vicenda la raccontiamo perché, per una volta, desideriamo portare in vetrina la porzione positiva della città, quella che troppo spesso viene cancellata da una minoranza che sporca, offende, distrugge Napoli.

Ieri, commentando la vicenda sui social, i protagonisti di questa storia si intercettavano con l'hashtag #noigentedistrada. Ecco sono loro la «gente di strada» che merita di finire in vetrina stavolta: sono gli operatori del 118 che si dibattono lungo le strade disperate di Napoli ma sono, soprattutto, i vigili.


Non nascondiamoci, siamo sempre pronti a denigrarli «stanno al bar», «non ci sono mai». Eppure l'altra sera quegli stessi vigili non ci hanno pensato nemmeno un minuto: hanno rinunciato a tornare nelle loro case da mogli, mariti, figli, perché c'era qualcuno da aiutare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino