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Una interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara per scongiurare l'accorpamento dell'istituto Baracca-Vittorio Emanuele II con il De Amicis di Napoli. È quanto annunciato da Annarita Patriarca, deputato di Forza Italia e coordinatrice provinciale del partito, che ha preso in esame la delibera di giunta regionale con la quale si definisce il “Dimensionamento della rete scolastica e programmazione dell’offerta formativa per l'a.s. 2023/2024”.
«La Regione Campania - scrive Patriarca - ha stabilito l’accorpamento dell’Baracca-Vittorio Emanuele II” al De Amicis” del Comune di Napoli, che si articola in 2 plessi scolastici e comprende la scuola primaria e la scuola dell’infanzia, conta attualmente circa 1.150 alunni (11 sezioni per la scuola dell’infanzia e 42 classi per la scuola primaria) con 28 alunni diversamente abili; 23 alunni diversamente abili in situazione di gravità, 25 alunni con bes; per il numero considerevole di alunni (di cui molti necessitanti di piani personalizzati) – il limite della normativa regionale prevede un numero massimo di 1200 studenti e un numero medio di 900 studenti - l’Istituto soffre, già oggi, di inevitabili disfunzioni amministrativo/didattiche attenuate solo dallo sforzo del personale docente e amministrativo nonché dalla collaborazione dei genitori. L’Istituto comprensivo Baracca – Vittorio Emanuele II è un’istituzione scolastica comprensiva della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado, articolata in 4 plessi tutti situati all’interno dei Quartieri Spagnoli, fulcro del centro storico di Napoli e ad alta percentuale di dispersione scolastica.
L’accorpamento delle due istituzioni scolastiche - evidenzia ancora la parlamentare azzurra nell'interrogazione al ministro - è foriero di pregiudizio per gli alunni e le loro famiglie e porterà un peggioramento sia in termini di organizzazione dell’offerta formativa, che di fruizione del servizio scolastico: l’accorpamento potrebbe determinare la redistribuzione degli studenti tra i vari plessi, diversi da quelli oggi frequentati, e la loro dislocazione lontano dalla residenza e/o dal luogo di lavoro dei genitori. Potrebbe inoltre accadere che componenti dello stesso nucleo familiare risulteranno allocati presso plessi e sedi diverse e distanti tra loro; il pregiudizio coinvolge anche il personale scolastico – docenti e Ata – in quanto non solo comporta un mutamento di condizioni lavorative ed educative, ma determinerà ripercussioni anche dal punto di vista delle operazioni per le assegnazioni dell’organico e per la mobilità del personale docente, educativo ed Ata, per l’anno scolastico 2023/2024».
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