Napoli, la Procura apre un'inchiesta sulla scuola abusiva ai Camaldoli: «Ritardi e soldi sprecati»

Napoli, la Procura apre un'inchiesta sulla scuola abusiva ai Camaldoli: «Ritardi e soldi sprecati»
C’era il tempo di intervenire, di mettere a posto le carte, di dare slancio e compiutezza a un progetto che avrebbe dato un volto civile - europeo - a un intero pezzo di...

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C’era il tempo di intervenire, di mettere a posto le carte, di dare slancio e compiutezza a un progetto che avrebbe dato un volto civile - europeo - a un intero pezzo di area metropolitana. C’erano le condizioni per intavolare una procedura amministrativa che, nel giro di qualche anno, avrebbe consentito di realizzare una scuola in zona Camaldoli, un istituto moderno e in grado di sostenere la richiesta di formazione di quell’area. Eppure per almeno cinque anni, non c’è stato alcun intervento decisivo, al punto da trasformare una procedura semplice (quella legata all’adeguamento di una struttura alle norme in materia paesaggistica) in una sorta di scandalo nazionale. 

Parliamo della scuola Rotondella, destinata - secondo rigorosa procedura amministrativa - ad essere abbattuta. Ricordate il caso? Dieci anni dopo la decisione di realizzare l’istituto, i lavori vennero sospesi perché si scoprì che la scuola costruita dal Comune era abusiva. Poi, dopo altri dieci anni, è arrivata la definitiva decisione: l’abuso non può essere sanato, la scuola va demolita. Grazie a una campagna del Mattino, il caso è finito al centro dell’attenzione del ministero, nella ricerca di una possibile (tutt’altro che semplice) sintesi amministrativa. E non è tutto. Su questo fatto, si muove la Procura di Napoli. È di questi giorni infatti la decisione dei pm partenopei di aprire un fascicolo, nel tentativo di mettere a fuoco possibili irregolarità amministrative o condotte sospette che hanno consentito ritardi, sprechi, passaggi a vuoto. Un’inchiesta che punta a fare chiarezza su quanto avvenuto attorno a un progetto edilizio per il quale sono stati impegnati soldi pubblici destinati a un pericoloso nulla di fatto. 

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Tre giorni fa, una mossa che non è passata sotto traccia. Un blitz in piena regola a Palazzo San Giacomo, con gli uomini di polizia giudiziaria che hanno bussato alla porta del responsabile del servizio edilizia scolastica del Comune (che, si precisa, non è indagato in questa storia) e hanno acquisito le carte legate a una procedura amministrativa rimasta incompleta. Al centro delle verifiche, il carteggio che si è sviluppato nel corso degli anni tra Comune e Sovrintendenza. Come raccontato in questi mesi, le istanze formalizzate nei primi anni di vita del fabbricato che avrebbe dovuto ospitare la scuola sono rimaste stranamente lettera morta. Ed è a partire da questa primissima ricognizione, che è logico pensare che l’inchiesta batta due piste destinate a rimanere complementari: da un lato le verifiche in materia urbanistica (al lavoro gli uomini coordinati dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli), dall’altro lo screening dei pm che si occupano dei reati in materia di pubblica amministrazione. Non solo ipotesi contabili dunque, ma anche la volontà da parte della Procura di Gianni Melillo di ricostruire tutti i tasselli di un lavoro ordinario diventato l’ennesimo caso napoletano. 

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Intanto, per salvare la scuola di via Rotondella dal possibile abbattimento, è partita una campagna di opinione sostenuta da Salvatore Passaro, il consigliere municipale che, da sempre, si batte per evitare che quell’istituto venga dimenticato. Dopo le denunce pubbliche di Passaro, s’è messa in movimento anche la macchina delle commissioni consiliari del Comune. Nel corso di un vivace faccia a faccia, la Commissione scuola chiese ragione al vicesindaco Filippone delle dichiarazioni (rese proprio al Mattino durante una diretta web) circa la volontà della Giunta di abbattere la struttura. In seguito proprio la commissione scuola, presieduta da Aniello Esposito, ha eseguito un sopralluogo, alla presenza dei tecnici, per verificare sul campo l’insussistenza di problemi strutturali tali da procedere alla demolizione. Nel frattempo la vicenda è passata nelle mani del sindaco Manfredi il quale, alla luce delle rigorose norme ambientali che non consentirebbero altre soluzioni se non quella dell’abbattimento, ha chiesto un intervento direttamente al ministro Franceschini per la ricerca di un percorso che consenta di mantenere in vita la struttura. Sono al vaglio tutte le possibili ipotesi per il salvataggio della scuola, in cima alla lista quella di una dichiarazione ufficiale di “pubblica utilità” da parte del Comune, che consentirebbe di bypassare le richieste della Soprintendenza e di evitare l’abbattimento.


 

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Il Mattino