La scuola museo di vico Santa Maria Apparente, l'istituto comprensivo Vittorio Emanuele-Baracca, è inserita nel nuovo elenco dei beni immobiliari che il Comune ha messo...
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Insomma, purtroppo quella scuola è in vendita, assieme alla casa del custode anche se il Comune non se ne è accorto.
Adesso che avete avuto contezza dei dettagli dell'immissione sul mercato di palazzo Tirone Nifo, la sede della scuola, che peraltro è uno scrigno di patrimoni artistici incommensurabili, è necessario che sappiate che il Comune ci ha scritto chiedendo di chiarire che quella scuola non è in vendita: «Si precisa che, come chiarito dalla Napoli Servizi i beni indicati come vico Santa Maria Apparente nel PAVI (Piano di alienazione e valorizzazione immobiliare) sono relativi ad alcuni locali ubicati tra l'ex Istituto Strachan-Rodinò di via Filippo Rega e la scuola Baracca-Vittorio Emanuele. La scuola, peraltro funzionante e presidio di comunità sul territorio, non è assolutamente coinvolta nel piano delle dismissioni, anche se è facile equivocare strumentalmente con gli indirizzi». Le parole vengono attribuite all'assessore Palmieri che era presente nel giorno in cui la Giunta, al completo, approvava il piano delle dismissioni.
L'assessore Palmieri, donna preparata e colta, ci perdonerà ma in questo caso non può esserci nessun equivoco da utilizzare «in modo strumentale» sull'indirizzo di palazzo Tirone Nifo. Il documento votato il 31 marzo anche dall'assessore alla scuola, è puntuale, riporta un indirizzo preciso che è Vico Santa Maria Apparente 12: il numero il civico che si trova di fianco al maestoso portone d'ingresso della scuola. La categoria catastale non permette errori, è quella di una scuola; il codice identificativo assegnato dal Comune è proprio quello dell'istituto comprensivo Vittorio Emanuele-Baracca. Equivoci «strumentali» (ma a quale scopo?) non possono essercene. Potrebbe esserci, questo sì, un equivoco da parte del Comune nella compilazione dell'elenco, quello stesso dal quale in tutta fretta sono stati cancellati gli edifici dei Centri Sociali solo dopo che il nostro giornale ne aveva segnalato la presenza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino