Quadri d’autore rubati rivenduti ad acquirenti che bisognerà vedere se e quanto ignari fossero e qualche crosta fatta passare per autentica opera d’arte. E poi...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In questa fase dell’inchiesta gli inquirenti non trascurano l’ipotesi. Intanto si comincia a lavorare sul materiale acquisito nel corso delle perquisizioni scattate ieri in case, negozi, laboratori di restauratori. L’indagine va avanti in uno scenario che promette di creare scompiglio nel mondo dei collezionisti e degli appassionati di arte. Non tutti i destinatari delle perquisizioni possono dirsi, in questa fase dell’inchiesta, indagati. Le perquisizioni sono un mezzo di ricerca della prova e servono per verificare ipotesi investigative, trovare conferme o smentite a una tesi di partenza degli inquirenti. Si indaga dunque per stabilire i ruoli di ciascuno dei personaggi in qualche modo coinvolti, e le eventuali responsabilità. Tra coloro che hanno ricevuto ieri mattina la visita degli investigatori potrebbero esserci anche potenziali parti offese, acquirenti ignari della provenienza o della autenticità delle opere di cui sono entrati in possesso.
E poi ci sono alcuni restauratori: anche la loro posizione è tutta da chiarire. Complici o inconsapevoli?
Si indaga. Il fascicolo al momento procede parallelo rispetto a un’altra indagine che la Procura di Napoli sta portando avanti in questo periodo e che un mese fa rese necessari sopralluoghi in dimore private tra il Vomero e Posillipo alla ricerca di indizi sui tredici indagati per un presunto business di quadri falsi. L’attenzione, in quel caso, si era concentrata su esperti e appassionati di arte contemporanea, su compravendite ritenute sospette, su mediazioni e contatti tra chi vive l’arte come passione e chi come business, su una serie di professionisti, non soltanto napoletani, che nelle loro case, esposti in bella mostra nei loro salotti, potrebbero avere opere false a loro insaputa. Ricettazione e false attestazioni sono tra le contestazioni ipotizzate. L’indagine in questo caso è condotta dai pm Converso e Orlando. Si punta a fare chiarezza su acquisti di opere d’arte in un arco temporale lungo anni, dal 2014 al 2017. Si va alla ricerca di mail, contratti, bozze. E si compiono verifiche anche in qualche casa d’asta, ipotizzando che ci siano state una o più opere falsificate in maniera tanto sofisticata da trarre in inganno anche gli occhi più esperti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino