Napoli dichiara guerra all'azzardo: via le slot da bar e tabaccherie

Napoli dichiara guerra all'azzardo: via le slot da bar e tabaccherie
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Anche i cosiddetti «corner» - tabaccherie, cartolerie, bar, internet point e «in ciascun luogo è svolta a latere e in forma non prevalente la raccolta e la commercializzazione di scommesse sportive» - da oggi sono assoggettati al rigido regolamento comunale per «le sale da gioco e giochi leciti». Vale a dire che quei locali o rinunciano all’attività secondaria del gioco oppure dovranno traslocare se si trovano in prossimità di scuole, chiese e nel centro storico. E si tratta di decine e decine di esercizi commerciali.

 
Lo ha stabilito il Consiglio comunale modificando il regolamento in essere che risale al 2015 sulla scorta di sentenze del Consiglio di Stato e soprattutto dell’allarme ludopatie che coinvolge sempre più spesso i giovani e paradossalmente le fasce più deboli della società. Si salva da questa rivoluzione solo il Lotto - ma per una legge dello Stato - che pure ormai è simile a una videolottery con l’estrazione dei numeri on line a tutte le ore con tanto di ressa nelle tabaccherie. Come raccontava già 130 anni fa Matilde Serao ne «Il paese di cuccagna». All’epoca i napoletani sognavano di mangiare «carne e maccheroni tutti i giorni a pranzo e cena», oggi i sogni sono ben altri.

«Diversamente che nelle sale gioco nei corner - si legge nella delibera approvata all’unanimità dall’Assemblea cittadina - salvo che non vi sia una separazione tra ambienti, non può essere vietato l’accesso ai minori di 18 anni». Difficile - anzi impossibile - «separare gli ambienti» in quelli che sono locali molto piccoli. E ancora: «Si è assistito a un fenomeno incrementale di diffusione sul territorio cittadino dei corner anche per la riconversione della sale da gioco in corner, soluzione scelta alla luce delle lacune che c’erano nel regolamento». È chiaro che se in una sala gioco si mette un’altra attività ma si continua il «gioco lecito», entrano più persone. «In buona sostanza - precisa il Consiglio comunale - attività di fatto identiche sono disciplinate in modo diversificato». Di più perché mentre per le sale gioco non si possono superare le 56 ore settimanali di attività, prima del nuovo regolamento, i corner non avevano nessun limite temporale. Le modifiche sono intervenute pesantemente sull’articolo 5 e si arriva ai corner perché nella definizione di sala da gioco rientra anche «un esercizio composto da uno o più locali».

Veniamo al dettaglio del «Regolamento che disciplina le licenze e le autorizzazioni di competenza comunale relative all’esercizio di giochi leciti in conformità a quanto previsto dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza». Le tipologie dei giochi trattati sono le cosiddette new slot e Videolottery (Vlt), giochi leciti per la legge esercitati «in apposite sale pubbliche da gioco, sale dedicate, sale biliardi, agenzie per la raccolta di scommesse ippiche e sportive, agenzie di scommesse; negozi di gioco, sale bingo; alberghi, locande e pensioni; trattorie, osterie e ristoranti caffè, enoteche e bar con somministrazione di bevande alcoliche e non, stabilimenti balneari e piscine, rivendite di tabacchi ed attività commerciali».


Il Comune «si prefigge l’obiettivo di garantire che la diffusione dei locali in cui si pratica il gioco lecito avvenga evitando effetti pregiudizievoli per la sicurezza urbana, la viabilità, l’inquinamento acustico e la quiete pubblica e limitando le conseguenze sociali dell’offerta dei giochi su fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché la dequalificazione territoriale e del valore degli immobili». Nella sostanza, il locale dove viene svolta l’attività deve essere distante almeno 500 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da «istituti scolastici di qualsiasi grado, sedi e strutture universitarie; luoghi di culto, intendendosi come tali anche i cimiteri; impianti sportivi e centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani; strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale, strutture ricettive, ed inoltre strutture ricettive per categorie protette; attrezzature balneari e spiagge; giardini, parchi e spazi pubblici attrezzati e dai musei civici e nazionali». 
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Il Mattino