Napoli, sos dei medici al Plebiscito: «Sistema sanitario nazionale alla deriva»

«Fermare la sanità per 24 ore per non vederla fermata per sempre» è lo slogan

«Fermare la sanità per 24 ore per non vederla fermata per sempre». È lo slogan portato oggi in piazza del Plebiscito a Napoli da medici, veterinari e...

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«Fermare la sanità per 24 ore per non vederla fermata per sempre». È lo slogan portato oggi in piazza del Plebiscito a Napoli da medici, veterinari e operatori sanitari in occasione dello sciopero nazionale, promosso in tutto lo stivale dai sindacati di categoria di Cisl Medici, AAROI-EMAC, FASSID e FVM.

Nel girono in cui il governo si prepara a chiudere la manovra finanziaria, i camici bianchi incrociano le braccia per «difendere il sistema sanitario nazionale ormai allo sbando». Un centinaio di professionisti si sono radunati questa mattina in sit-in all’esterno della Prefettura partenopea dove una delegazione è stata accolta dal neo prefetto Michele Di Bari. Nonostante la forte adesione regionale, assicurano i promotori della mobilitazione, «in Campania sono stati comunque garantiti i servizi essenziali per i cittadini».

Diverse le motivazioni alla base della protesta, i medici denunciano l'assenza nella legge di Bilancio di misure per stabilizzare i precari chiedendo finanziamenti adeguati per la sanità. Tra le criticità segnalate emerge poi una massiccia carenza di personale, in parallelo con «stipendi inadeguati». Le retribuzioni degli specialisti della sanità in Italia, osservano le parti sociali, sono tra le più basse d’Europa.  

«Una battaglia sociale» la definisce Giuseppe Galano, presidente regionale del sindacato dei medici anestesisti Aaroi-Emac e direttore della centrale operativa del 118 di Napoli. «Da che eravamo gli eroi del Covid ora siamo stati completamente dimenticati. Le nostre rivendicazioni però sono per tutta la cittadinanza – precisa Galano – in questo momento il sistema sanitario nazionale sta andando verso una deriva privatistica che danneggia operatori e cittadini. Chiediamo a tutti di essere nostri alleati in questa battaglia perché ogni persona ha diritto a curarsi».

Trincea, quella per il diritto alla sanità pubblica, che in Campania si inasprisce anche a seguito dei disagi causati dai dieci anni di commissariamento, i cui danni si trascinano ancora adesso traducendosi in una mancanza di personale che sfonda la soglia delle 13mila unità. «La mancanza di personale deriva dalle pessime condizioni di lavoro – chiarisce il segretario generale della Cisl Medici Campania, Lino Pietropaolo – chiediamo al Governo di intervenire con dei segnali nella legge di bilancio, inadeguata e priva di risorse sufficienti a sostenere e rilanciare il nostro sistema di tutela della salute».

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Il Mattino