I residenti di Chiaia, rientrati dalle vacanze estive, si sono ritrovati due tabelloni luminosi per le pubblicità. Il primo a via Calabritto, angolo piazza dei Martiri, il...
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La denuncia da Raffaele Aragona del comitato decoro e vivibilità di Chiaia, che ha fatto partire la prima comunicazione l'8 agosto: «All'epoca i lavori riguardarono lo svellimento di basoli in aderenza al basamento di Palazzo Calabritto per un tratto di circa cinque metri, e la realizzazione di una traccia destinata ad accogliere il cavo elettrico di alimentazione del suddetto tabellone. Tutto ciò in aderenza alla facciata dell'edificio, super vincolato». Alla base della protesta il vincolo che vige su Palazzo Calabritto. «Esso presenta, proprio in angolo dei due fronti, un cantonale in piperno certamente non degno di essere accostato alla predetta installazione pubblicitaria - rimarca Aragona - ancor di più nel caso di un impianto luminoso e dinamico. A parte ciò, è l'intera facciata del Palazzo che non può e non deve accogliere qualsiasi tipo d'intrusione. Non si escludono denunce alla Procura della Repubblica». Il tabellone luminoso in piazza Amedeo è senz'altro meno invasivo di quello di via Calabritto sul quale le associazioni puntano ad accendere i riflettori. «L'opera - scrive Aragona in una seconda lettera inviata alla Soprintendenza - è stata compiuta, con l'effettiva installazione del tabellone, nei giorni scorsi». Ma il Comune si tira fuori: «Si tratta innanzitutto di una sostituzione - fanno sapere da Palazzo San Giacomo - Inoltre abbiamo compiuto tutti i passaggi previsti dalla normativa richiedendo parere alla Soprintendenza, che ha rilasciato semaforo verde».
Nelle carte inviate a Palazzo Reale si fa riferimento al dispositivo dell'articolo 49 del Codice dei beni culturali e del paesaggio nel quale viene specificato che è «vietato collocare o affiggere cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelati come beni culturali. Il collocamento o l'affissione possono essere autorizzati dal soprintendente qualora non danneggino l'aspetto, il decoro o la pubblica fruizione di detti immobili. L'autorizzazione è trasmessa, a cura degli interessati, agli altri enti competenti all'eventuale emanazione degli ulteriori atti abilitativi».
«Come accade ormai da tempo - dice il presidente della prima Municipalità Francesco de Giovanni - il Comune ha stabilito di installare questi pannelli elettronici senza avvisare la Municipalità, che è l'ente territoriale di competenza. Quando mi sono reso conto di ciò che accadeva ho chiesto chiarimenti al Comune e ho segnalato il caso anche alla Soprintendenza. È assurdo che in zone ampiamente vincolate, dove anche per muovere un capello occorrono pareri e contro pareri, si proceda senza il minimo confronto. Purtroppo ogni giorno che passa è sempre peggio con questa amministrazione che mortifica in continuazione il territorio». De Giovanni ha già scritto al Comune per saperne di più. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino