Green pass a Napoli, è una stangata per i primi baristi multati: «Pronti a fare ricorso»

Green pass a Napoli, è una stangata per i primi baristi multati: «Pronti a fare ricorso»
Controlli a tappeto ma l’imperativo è affiancare imprenditori e ristoratori nel monitoraggio dei green pass. É questa l’azione messa in campo della...

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Controlli a tappeto ma l’imperativo è affiancare imprenditori e ristoratori nel monitoraggio dei green pass. É questa l’azione messa in campo della polizia municipale di Napoli comandata da Ciro Esposito che ha coordinato gli accertamenti scattati dal 6 agosto, per verificare l’organizzazione degli esercenti e la dotazione del lasciapassare tra gli avventori dei locali al chiuso. Il bilancio dei primi due giorni di nuove abitudini, ha svelato una città abbastanza disciplinata e, per il momento, sono state elevate poche sanzioni dai poliziotti municipali. Rigore sì, ma nessun pugno di ferro nel primo week end a ridosso dell’obbligo per la certificazione verde che ha scatenato anche del malcontento. Dalle proteste alle battaglie legali, il passo potrebbe essere breve per gli imprenditori multati e sul piede di guerra perché «discriminati in quanto non possessori di tavoli all’esterno». 

La rete dei controlli della polizia municipale “a caccia” di green pass, è stata intensificata soprattutto nelle zone a portata di turista, dal lungomare partenopeo al cuore del centro antico. Nella giornata di ieri, tra Chiaia e il centro storico, sono stati svolti accertamenti su 41 attività e i poliziotti municipali hanno eseguito accertamenti a campione tra gli avventori. Sono stati sottoposti ai controlli dei vigili, 50 clienti che erano seduti all’interno dei locali e che hanno esibito la certificazione verde, la maggior parte dei quali erano turisti in visita a Napoli e sulla costiera amalfitana. Le verifiche sono proseguite fino a tarda serata e i trasgressori multati sono stati due gestori di bar e il mega Mc Donald’s in piazza Municipio, tutti per «il mancato controllo del Green pass di alcuni avventori» che gli è costata 400 euro di verbale. 

«La sanzione è riferita a tre persone di nazionalità srilankese che erano sedute negli spazi interni e possedevano il Green pass ma, secondo il verbale, non erano state controllate» spiega Giuseppe Pisani, gestore del Mc Donald’s multato che sottolinea «la massima collaborazione con le forze dell’ordine per migliorare i controlli ma anche l’organizzazione messa in campo per tutelare la sicurezza di clienti e dipendenti». «Abbiamo un addetto ai controlli del Green pass per le aree all’aperto dalle 12 alle 22 e nelle restanti ore, si alternano altri dipendenti che usano un apposito cellulare acquistato per verificare i green pass» aggiunge Pisani alla guida dei locali che, ieri, sono stati controllati anche da una seconda pattuglia della polizia municipale e dagli ispettori della Guardia di Finanza ma «in entrambi i casi non hanno riscontrato alcuna irregolarità».  

Sono stati in tanti a lanciare l’allarme per un significativo calo delle presenze nei loro locali «per colpa del certificato verde». Il primo a sollevare le polemiche è stato Gino Sorbillo, titolare della nota pizzeria napoletana ma sempre più imprenditori, che non hanno posti a sedere all’esterno, si stanno schierando contro il lasciapassare ministeriale. «Nel primo giorno di Green pass abbiamo registrato un brusco calo di presenze» ha raccontato Gino De Pompeis, figlio dello chef e responsabile del servizio ai tavoli della trattoria Nannì, locale al chiuso a pochi passi da via Toledo, in via Tommaso Senise. «Napoli è piena di turisti e fino a giovedì abbiamo lavorato con numeri significativi ma, venerdì, nemmeno un cliente a pranzo e meno della metà della media abituale, a cena» aggiunge De Pompeis. «Siamo stati costretti a rimandare indietro dei clienti che non avevano la certificazione e anche chi ci ha mostrato l’sms di convocazione per il vaccino, che non è un titolo valido» ha precisato l’addetto alla ristorazione, puntando il dito sulla «discriminazione tra posti chiusi e all’aperto, che crea una disparità». 

Tra le proteste, non tutti sono scontenti del Green pass allo stesso modo. Molti gestori napoletani di locali al chiuso, credono necessario il certificato anche per i tavoli all’aperto ma la posizione di Confesercenti Campania invece, mostra un’altra prospettiva. «Siamo favorevoli ma non ci piacciono alcune misure e pertanto stiamo continuando a interloquire con il Governo» spiega il presidente Vincenzo Schiavo che ha messo in campo un servizio di informazione per gli imprenditori sulle regole e gli obblighi in corso ma vorrebbe alcune modifiche tra cui «la regola dell’imprenditore che ha la responsabilità, e di conseguenza la sanzione, se qualcuno non è munito della certificazione verde». La richiesta che arriva dalla Fipe Confcommercio Campania invece è che «il Green pass sia obbligatorio per qualsiasi tipo di attività» come ha indicato il presidente Massimo Di Porzio, convinto che «il governo dovrebbe decidere di rendere la vaccinazione obbligatoria anche come criterio per poter entrare in Italia». 

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Il Mattino