Stop movida a Napoli, slitta l'ordinanza: restrizioni al via tra sette giorni

Stop movida a Napoli, slitta l'ordinanza: restrizioni al via tra sette giorni
L'ordinanza anti-movida slitta di una settimana. È stato deciso ieri, dopo il comitato provinciale ordine e sicurezza, presieduto dal prefetto Claudio Palomba, che si...

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L'ordinanza anti-movida slitta di una settimana. È stato deciso ieri, dopo il comitato provinciale ordine e sicurezza, presieduto dal prefetto Claudio Palomba, che si è tenuto al palazzo di Governo alla presenza dell'assessore comunale alla Sicurezza Antonio De Iesu e dei vertici provinciali delle forze dell'ordine. Confermato l'impianto del provvedimento, che resterà in vigore in via sperimentale per 4 mesi, in vista delle modifiche al regolamento comunale sulla sicurezza da approvare prima dell'estate in Consiglio. Chiusura dei locali, esclusi ristoranti, all'1 nei giorni feriali, alle 2 nei weekend. Stessi orari per quanto riguarda il divieto di vendita di bevande alcoliche da asporto per esercizi di vicinato e grande distribuzione. Stop alla musica all'esterno dei locali dalle 24, per amplificatori e percussioni dalle 23. Come mai bisognerà ancora aspettare? Il prefetto ha chiesto un approfondimento relativo ai casi di movida violenta che si sono verificati negli ultimi mesi e alle zone oggetto di controllo.



In sostanza si va verso un'ordinanza che dovrebbe contenere le cosiddette zone rosse e non essere spalmata sull'intera città, come era stato annunciato una settimana fa dal sindaco Gaetano Manfredi. Sarà necessario coordinare gli sforzi dei controlli in aree specifiche: basti pensare al centro storico, Chiaia, via Aniello Falcone, Bagnoli e Coroglio. Gli uffici del Comune, insieme alla prefettura, hanno concordato sulla necessità di costruire un percorso che porti ad un'ordinanza inattaccabile dal punto di vista giuridico. Alcuni gestori di locali hanno annunciato di essere già pronti a ricorrere al Tar, mentre dal titolare del Kestè, noto locale del centro storico, arriva un grido d'allarme. «Mi incateno e inizio lo sciopero della fame fuori al Kestè se il sindaco firma l'ordinanza che vieta la musica. Così mette il Kesté sullo stesso piano dei posti che avvelenano la notte (rivendite di alcool a basso costo, bangladini e kebabbari vari)» scrive su Facebook Fabrizio Caliendo. «Se firma l'ennesima ordinanza a zone - aggiunge - che serve a svuotare il centro favorendo solo la gentrification è un attentato, non un'ordinanza. Dopo 2 anni di pandemia attendiamo la ripresa come l'aria e questi che fanno? Motivando l'ordinanza per difendere la sicurezza e la quiete pubblica, sferrano l'attacco alla notte ma soprattutto al centro storico e a Chiaia».

 

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Il Mattino