NAPOLI - Ne sono convinti e andranno fino in fondo pur di dimostrarlo: quel giorno Giulio Murolo era capace di intendere e di volere, pienamente in possesso delle proprie funzioni...
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Ricordate quelle scene dello scorso maggio? Quell'uomo che dal balcone sparava verso passanti indifesi con il proprio fucile di caccia? Mesi dopo, la Procura ha chiesto e ottenuto la fissazione di un'udienza preliminare dinanzi al gup, alla luce di quanto emerso da un incidente probatorio: per gli inquirenti, gli specialisti che hanno visitato il detenuto hanno concluso sulla capacità di Murolo di intendere al momento degli omicidi, ma anche sulla sua capacità di stare a giudizio, di sostenere un eventuale processo dinanzi a una Corte di assise. Strage e armi sono le accuse mosse dalla Procura nei confronti di Murolo, nell'ambito della richiesta di rinvio a giudizio mossa dal pm Roberta Simeone, sotto il coordinamento degli aggiunti Nunzio Fragliasso e Luigi Frunzio.
Diversa è la posizione difensiva, rappresentata dai penalisti Carlo Bianco e Maria Grazia Padula, che si sono affidati ai consulenti di parte Salvati e Bruno, ma anche alle relazioni fatte dalle strutture penitenziarie e ospedaliere in cui è stato ristretto in questi mesi Murolo. Versione contrastata dalla difesa. Stando alla versione di parte, infatt, Murolo non solo non era in possesso della propria lucidità, ma è attualmente incapace di stare a giudizio: è depresso - fanno capire i legali - parla di suicidio, vive alle prese con continui atti autolesionistici. Una battaglia legale che ha animato l'incidente probatorio e che ora si trasferisce dinanzi al giudice per le udienze preliminari. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino