Napoli, strage di Secondigliano: sì al processo. «Murolo Era capace di intendere e di volere»

NAPOLI - Ne sono convinti e andranno fino in fondo pur di dimostrarlo: quel giorno Giulio Murolo era capace di intendere e di volere, pienamente in possesso delle proprie funzioni...

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NAPOLI - Ne sono convinti e andranno fino in fondo pur di dimostrarlo: quel giorno Giulio Murolo era capace di intendere e di volere, pienamente in possesso delle proprie funzioni mentali. Ne sono convinti, forti del lavoro di periti e psicologi, e daranno battaglia nel corso di un'udienza che si svolgerà a porte chiuse. Quattro aprile, dinanzi al gip Attena, al via l'udienza preliminare a carico di Giulio Murolo, l'uomo ritenuto responsabile del peggiore dei pomeriggi di ordinaria follia, nel cuore di Secondigliano.


Ricordate quelle scene dello scorso maggio? Quell'uomo che dal balcone sparava verso passanti indifesi con il proprio fucile di caccia? Mesi dopo, la Procura ha chiesto e ottenuto la fissazione di un'udienza preliminare dinanzi al gup, alla luce di quanto emerso da un incidente probatorio: per gli inquirenti, gli specialisti che hanno visitato il detenuto hanno concluso sulla capacità di Murolo di intendere al momento degli omicidi, ma anche sulla sua capacità di stare a giudizio, di sostenere un eventuale processo dinanzi a una Corte di assise. Strage e armi sono le accuse mosse dalla Procura nei confronti di Murolo, nell'ambito della richiesta di rinvio a giudizio mossa dal pm Roberta Simeone, sotto il coordinamento degli aggiunti Nunzio Fragliasso e Luigi Frunzio.


Diversa è la posizione difensiva, rappresentata dai penalisti Carlo Bianco e Maria Grazia Padula, che si sono affidati ai consulenti di parte Salvati e Bruno, ma anche alle relazioni fatte dalle strutture penitenziarie e ospedaliere in cui è stato ristretto in questi mesi Murolo. Versione contrastata dalla difesa. Stando alla versione di parte, infatt, Murolo non solo non era in possesso della propria lucidità, ma è attualmente incapace di stare a giudizio: è depresso - fanno capire i legali - parla di suicidio, vive alle prese con continui atti autolesionistici. Una battaglia legale che ha animato l'incidente probatorio e che ora si trasferisce dinanzi al giudice per le udienze preliminari. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino