Ventidue anni di reclusione per Mario Perrotta, al termine del processo di primo grado per la morte di Arianna Flagiello. Maltrattamenti e istigazione al suicidio sono le accuse...
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Lo hanno arrestato in aula, subito dopo la sentenza di condanna. Momenti di tensione, qualche attimo di nervosismo, poi Mario Perrotta ha consegnato i polsi ai carabinieri.
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Soddisfazione da parte della famiglia della vittima, rappresentata dai penalisti Pasquale Coppola e Marco Imbimbo; pronti a fare appello - dopo aver letto le motivazioni - gli avvocati Sergio Pisani e Maurizio Zuccaro.
È stato il pm Giuliano, titolare delle indagini sul suicidio come esito di maltrattamenti a chiedere e ottenere gli arresti lampo. Soddisfazione da parte dell’associazione in difesa delle donne che si era costituita parte civile (rappresentata dalla penalista Giovanna Cacciapuoti), ma anche dalla criminologa Antonella Formicola, mentre c’è perplessità da parte della difesa dell’imputato per l’esecuzione della misura cautelare in tempo reale. Spiega il penalista Sergio Pisani: «Inammissibili gli arresti di un incensurato a cinque anni dal fatto, dopo una sentenza di primo grado». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino