Il museo Filangieri di Napoli si riappropria del suo antico tesoro: 114 medaglie, 16 armi antiche, 25 monete risalenti al 1800 e 2 volumi del 1979 trafugati dal 1990 in poi hanno...
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«Un recupero – ha spiegato Capitano Giampaolo Brasili, comandante del nucleo – che deriva da due importanti attività investigative, una del 2013 e una seconda più recente nel 2017». La restituzione è infatti il risultato di due distinte attività d’indagine: la prima coordinata dalla Procura di Napoli su delega di quella di Ancona; la seconda, invece, nelle mani della Procura di Napoli Nord, che ha sotratto a tre fratelli ricettatori d’arte altro materiale presente nella banca dati dei beni culturali gestita dal comando.
Una notizia arrivata Paolo Jorio, direttore del museo - già a capo del museo del Tesoro di San Gennaro - il giorno dopo aver ricevuto l’incarico. «L’ho letto come un segnale inviato da San Gennaro – ha scherzato Jorio – questo palazzo è in movimento e deve darsi una struttura che non sia solo museale». L’ambizione del direttore è rendere il museo un palazzo d’arte a tutti gli effetti, aprendo le sue porte a musica, eventi, e congressi. «Finora è stato mortificato all’interno di una strada senza uscita con il cantiere della metropolitana che lo ha oscurato completamente e la strada di via Duomo chiusa». Secondo il direttore fondamentale per il rilancio è la comunicazione: «I banner che abbiamo esposto all’esterno sono un piccolo passo per far identificare questo luogo come il Palazzo d’Arte Filangieri”.
E ad ospitare gli eventi potrebbe essere Villa Livia, la dimora nobiliare patrimonio del museo Filangieri raccontata nella fiction «I bastardi di Pizzofalcone». A confermare l’ipotesi Riccardo Imperiale di Francavilla, membro del consiglio di vigilanza di Palazzo Como insieme al Comune e alla Sovrintendenza. «La struttura necessita di lavori e abbiamo catalogato tutti i beni per fare una ricognizione anche lì – ha spiegato – speriamo di poter ospitare il primo evento al più presto».
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Il Mattino