Napoli: via le affissioni pirata, ma il Comune «salva» la foto del baby rapinatore ucciso

Napoli: via le affissioni pirata, ma il Comune «salva» la foto del baby rapinatore ucciso
Tutti gli altri tabelloni pubblicitari coperti con un cartello bianco dal Comune, l’unico paradossalmente lasciato intonso è quello dove c’è il volto di...

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Tutti gli altri tabelloni pubblicitari coperti con un cartello bianco dal Comune, l’unico paradossalmente lasciato intonso è quello dove c’è il volto di Ugo Russo e che - negli ultimi giorni - è diventato un nuovo altarino meta di pellegrinaggi. Siamo in via Orsini, a due passi dalla sede della Regione: qui 13 mesi fa ha trovato la morte il 15enne dei Quartieri Spagnoli mentre tentava di rapinare con una pistola-replica un carabiniere fuori servizio. Nelle ultime ore gli addetti del Comune di Napoli hanno coperto tutti i tabelloni della zona - evidentemente dove c’erano delle affissioni abusive - con dei cartelli, ma ne hanno dimenticato soltanto uno: proprio l’altarino dedicato al ragazzino. Nessun intervento per le scritte sui muri che inneggiano al giovane, nulla per la grande foto apposta sulla tabella che, tra l’altro, reca in alto pure l’insegna con tanto di stemma municipale e la scritta “Comune di Napoli”. L’unica preoccupazione degli addetti comunali è stata quella di cancellare tutti le altre affissioni. 

«Non ne possiamo più di queste storture - segnalano alcuni residenti di Santa Lucia che hanno notato l’incredibile anomalia - già dobbiamo sopportare l’omaggio fatto sì ad un ragazzino morto troppo in fretta, ma che di certo non può essere ricordato alla stregua di un eroe. Questo episodio rappresenta l’ultima beffa alla richiesta di legalità rivolta alle pubbliche autorità, è assurdo che ci si accorga di altre affissioni abusive, ma non della foto di questo rapinatore». Sarà il Comune di Napoli a dover chiarire come mai si è scelta questa strada e se dietro questa mossa si celi un ordine ben preciso o sia stata una libera iniziativa di chi se n’è occupato. Chi si è preoccupato di coprire tutti gli altri tabelloni perché non ha coperto soltanto quello di Ugo Russo? E chi lo ha fatto è stato autorizzato dagli uffici di Palazzo San Giacomo oppure, episodio che sarebbe altrettanto grave, gli addetti temevano qualche genere di ritorsione e quindi hanno preferito accorgersi di tutte le altre affissioni ma non di quella del baby-rapinatore? Di sicuro c’è soltanto che se per una decina di tabelloni coperti si è prontamente intervenuti a coprirli, ce n’è soltanto uno rimasto così com’era.

Il caso di Ugo Russo e tutte le manifestazioni in suo omaggio agita da mesi un ampio dibattito in città. Anche lo stesso Comune di Napoli - inizialmente restìo ad intervenire - si è attivato solo dopo che il prefetto Marco Valentini, proprio con un’intervista al nostro giornale, aveva sollevato il caso dei murales e degli altarini sorti per omaggiare i criminali. Proprio sul murale dipinto con il volto del giovane in piazza Parrocchiella, ai Quartieri Spagnoli, l’amministrazione di de Magistris era stata ambigua. In un comunicato gli assessori della Giunta comunale annunciarono linea dura solo per il murale dell’altro baby-rapinatore di Forcella, Luigi Caiafa, ma dissero che l’opera in omaggio a Ugo Russo andasse solo «ripensata per non dare adito ad interpretazioni sbagliate». 

Poi, di mezzo, ci si è messa un’impugnazione dinanzi al Tar da parte del condominio dei Quartieri dove è sorto il murale e ora bisognerà attendere per sapere che fine farà l’opera. Resta però incomprensibile il motivo di quanto è avvenuto nelle ultime ore in via Orsini dove solo il cartello con la foto di Ugo Russo è stato lasciato intatto da interventi. Per il ragazzino, tra l’altro, è stato eretto (oltre al murale e all’estemporanea istallazione di Santa Lucia) anche un grande altarino in un vicolo parallelo alla Pignasecca che non è stato ancora interessato dagli interventi avviati dalla Prefettura e dal Comune - con l’ausilio delle forze dell’ordine - che da un mese a questa parte stanno rimuovendo uno ad uno tutti questi manufatti abusivi. 

Sulla questione dello “strabico” intervento di Santa Lucia sono arrivate segnalazioni anche al consigliere regionale Francesco Borrelli, che da settimane sta combattendo in prima linea queste pratiche. «Se anche alcune istituzioni temono gli altarini dei criminali riservando loro “trattamenti di riguardo” vuol dire che stiamo messi proprio male. Non è un caso che io parli sempre di tolleranza zero. A furia di fare distinguo e di comprendere le ragioni di chi vive o pratica l’illegalità stiamo dando l’idea che nella nostra città ci siano attenzioni particolari per criminali e camorristi». 

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Il Mattino