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Ospedale del Mare pieno zeppo di barelle: il presidio di Napoli est da alcune settimane ha la prima linea perennemente ingolfata e il pronto soccorso è in grandi difficoltà. Un iperafflusso record proveniente soprattutto dagli ospedali della Asl Napoli 3 sud dove, a Nola e Castellammare, da almeno un mese, sono sospesi gli accessi in emergenza per gli ictus. Le attività delle Stroke Unit, che a Nola funzionava nelle ore diurne e al San Leonardo sulle 24 ore, sono state sospese dalla direzione strategica per le dimissioni presentate da alcuni neurologi assunti a settembre dello scorso anno. Qui i pochi neurologi rimasti sono appena sufficienti per le attività di reparto e per i turni in pronto soccorso.
Una situazione critica affrontata nei giorni scorsi in un vertice in Regione. Al tavolo, convocato dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, hanno partecipato i manager delle due Asl, Giuseppe Russo della Napoli 3 sud e Ciro Verdoliva della Asl Napoli 1 con la presenza di Giuseppe Galano, responsabile della centrale operativa del 118. Dall’analisi dei flussi di accesso all’ospedale del Mare nell’ultimo mese emerge che circa il 45% degli arrivi sono codici gialli e rossi provenienti dal territorio della Asl Napoli 3 sud e di questi una considerevole quota riferibili a eventi cardiovascolari acuti e in maggioranza proprio ictus.
Per fronteggiare questa situazione sono due le ipotesi venute fuori al tavolo: concedere incentivi al personale di altre discipline equipollenti a quelle di pronto soccorso per coprire i turni in prima linea e recuperare i neurologi alle attività di reparto e alle funzioni della rete tempo dipendente per lo stroke. Il direttore generale della Asl Napoli 3 sud Giuseppe Russo ha, a tal fine, diramato una nota interna in cui si dice disposto a remunerare le ore in pronto soccorso di specialisti di discipline equipollenti, fino a 100 euro l’ora come previsto dalla legge di Bilancio regionale dello scorso anno. Una misura analogo a quella messa in campo da Verdoliva nel tentativo di riaprire il pronto soccorso del San Giovanni Bosco.
Su quest’ultimo fronte stanno per arrivare i primi suggerimenti per una migliore governance della attività di prima linea da parte di Lucia Morelli, neo primaria (dal 1 marzo) dell’Emergency del San Giovanni Bosco e da metà di questo mese bed manager dell’intera Asl.
Ma anche qui, dal 15 febbraio scorso, il direttore sanitario di presidio ne ha sospeso le attività per carenze di personale specialistico. Oggi in quella unità di Neurologia ci sono 1 primario, 3 medici e uno specialista alle soglie della pensione. Personale non sufficiente a garantire un turno completo per il quale occorrono almeno 7 dottori. «Abbiamo chiesto di poter attingere alle graduatorie aperte di due o tre aziende ospedaliere della regione - avverte Russo - ci ha risposto solo la Vanvitelli e 4 medici sono stati convocati ma non sono ancora sufficienti».
Il piano B è legato al maxi-concorso unico regionale per il personale di pronto soccorso (istruito dalla Asl di Salerno che si chiude giovedì prossino e a cui hanno risposto già un centinaio di unità su 350 messe a bando). Se i camici bianchi resteranno in pista anche nelle fasi successive del concorso, la priorità sarà data proprio alle esigenze della Asl Napoli 3 sud e della Asl Napoli 1. A seguire il Cardarelli, dove servono una ventina di specialisti per rinfoltire i ranghi dei medici del pronto soccorso, reparto che in tre anni ha perso circa 45 unità per pensionamenti, malattie e ripiego su altre specialità mediche e chirurgiche.
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