Napoli, Ospedale del Mare nel caos: «Reparti chiusi nelle Asl, pronto soccorso in tilt»

A Nola e Castellammare sospesi da oltre un mese gli accessi per ictus

Napoli, caos Ospedale del Mare
Napoli, caos Ospedale del Mare
di Ettore Mautone
Domenica 17 Marzo 2024, 23:41 - Ultimo agg. 18 Marzo, 17:06
4 Minuti di Lettura

Ospedale del Mare pieno zeppo di barelle: il presidio di Napoli est da alcune settimane ha la prima linea perennemente ingolfata e il pronto soccorso è in grandi difficoltà. Un iperafflusso record proveniente soprattutto dagli ospedali della Asl Napoli 3 sud dove, a Nola e Castellammare, da almeno un mese, sono sospesi gli accessi in emergenza per gli ictus. Le attività delle Stroke Unit, che a Nola funzionava nelle ore diurne e al San Leonardo sulle 24 ore, sono state sospese dalla direzione strategica per le dimissioni presentate da alcuni neurologi assunti a settembre dello scorso anno. Qui i pochi neurologi rimasti sono appena sufficienti per le attività di reparto e per i turni in pronto soccorso.

Una situazione critica affrontata nei giorni scorsi in un vertice in Regione. Al tavolo, convocato dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, hanno partecipato i manager delle due Asl, Giuseppe Russo della Napoli 3 sud e Ciro Verdoliva della Asl Napoli 1 con la presenza di Giuseppe Galano, responsabile della centrale operativa del 118.

Dall’analisi dei flussi di accesso all’ospedale del Mare nell’ultimo mese emerge che circa il 45% degli arrivi sono codici gialli e rossi provenienti dal territorio della Asl Napoli 3 sud e di questi una considerevole quota riferibili a eventi cardiovascolari acuti e in maggioranza proprio ictus.

Per fronteggiare questa situazione sono due le ipotesi venute fuori al tavolo: concedere incentivi al personale di altre discipline equipollenti a quelle di pronto soccorso per coprire i turni in prima linea e recuperare i neurologi alle attività di reparto e alle funzioni della rete tempo dipendente per lo stroke. Il direttore generale della Asl Napoli 3 sud Giuseppe Russo ha, a tal fine, diramato una nota interna in cui si dice disposto a remunerare le ore in pronto soccorso di specialisti di discipline equipollenti, fino a 100 euro l’ora come previsto dalla legge di Bilancio regionale dello scorso anno. Una misura analogo a quella messa in campo da Verdoliva nel tentativo di riaprire il pronto soccorso del San Giovanni Bosco.

Su quest’ultimo fronte stanno per arrivare i primi suggerimenti per una migliore governance della attività di prima linea da parte di Lucia Morelli, neo primaria (dal 1 marzo) dell’Emergency del San Giovanni Bosco e da metà di questo mese bed manager dell’intera Asl. Ma torniamo alle esigenze dei pronto soccorso e delle Stroke unit della Asl Napoli 3 sud. La seconda ipotesi al vaglio è reclutare medici a gettone dalle agenzie interinali su cui De Luca tuttavia è contrario in quanto a suo dire questi camici bianchi non danno garanzie riguardo alle procedure di reclutamento, ai riposi e ad altre regole. Russo oggi incontra i sindacati della dirigenza medica e propone le due soluzioni. L’obiettivo è riprendere le attività dei centri stroke e assicurare ai pazienti colpiti da trombosi, o da emorragia cerebrale, un percorso in emergenza e urgenza a un bacino di utenza di oltre un milione di persone. L’ospedale di Nola da 4 mesi ha sospeso le attività del centro ictus i cui pazienti erano sistematicamente dirottati a Castellammare.

Ma anche qui, dal 15 febbraio scorso, il direttore sanitario di presidio ne ha sospeso le attività per carenze di personale specialistico. Oggi in quella unità di Neurologia ci sono 1 primario, 3 medici e uno specialista alle soglie della pensione. Personale non sufficiente a garantire un turno completo per il quale occorrono almeno 7 dottori. «Abbiamo chiesto di poter attingere alle graduatorie aperte di due o tre aziende ospedaliere della regione - avverte Russo - ci ha risposto solo la Vanvitelli e 4 medici sono stati convocati ma non sono ancora sufficienti».

 

Il piano B è legato al maxi-concorso unico regionale per il personale di pronto soccorso (istruito dalla Asl di Salerno che si chiude giovedì prossino e a cui hanno risposto già un centinaio di unità su 350 messe a bando). Se i camici bianchi resteranno in pista anche nelle fasi successive del concorso, la priorità sarà data proprio alle esigenze della Asl Napoli 3 sud e della Asl Napoli 1. A seguire il Cardarelli, dove servono una ventina di specialisti per rinfoltire i ranghi dei medici del pronto soccorso, reparto che in tre anni ha perso circa 45 unità per pensionamenti, malattie e ripiego su altre specialità mediche e chirurgiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA