Benevento, Trotta diserta il vertice sul piano anti-aggressioni ai bus

Tavolo in Prefettura dopo le due violenze ai danni degli autisti

Bus, Trotta diserta il vertice sul piano anti-aggressioni
Bus, Trotta diserta il vertice sul piano anti-aggressioni
di Paolo Bocchino
Mercoledì 20 Marzo 2024, 09:00 - Ultimo agg. 09:03
4 Minuti di Lettura

Trotta diserta il vertice e le misure anti-aggressioni agli autisti dei bus restano sulla carta. Non è esattamente l'epilogo atteso quello scaturito dal confronto indetto dalla Prefettura per affrontare il tema sollevato dai recenti episodi che hanno visto coinvolti gli operatori del servizio di trasporto pubblico locale. Le proposte messe sul tavolo dalla stessa Prefettura, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dai rappresentanti dell'amministrazione comunale dovranno adesso essere trasmesse alla società romana assegnataria del Tpl, in attesa di una risposta sulla fattibilità delle stesse. Dialogo che sarebbe stato invece molto più proficuo, se al summit svoltosi ieri mattina a Palazzo del Governo avesse presenziato anche qualche referente dell'azienda che dal 2017 gestisce il servizio in città. Assenza, non a caso, stigmatizzata unanimemente dai presenti.

Quali, dunque, le possibili contromisure per scongiurare il verificarsi di episodi come quelli accaduti il 4 e il 7 marzo scorsi? Il ventaglio delle possibili opzioni va dal ripristino dell'attività di controlleria a bordo, inspiegabilmente assente da anni, all'utilizzo di strumenti di vigilanza da remoto e difesa passiva dei conducenti.

Su quest'ultimo versante si sono soffermati i dirigenti prefettizi Mara De Feo e Mario La Montagna, che hanno prospettato alcune possibili misure da adottare per prevenire e arginare il fenomeno.

A partire dall'installazione di barriere fisiche atte all'isolamento dell'operatore d'esercizio dai viaggiatori. Una soluzione, è stato rilevato in riunione, di facile attuazione e che, del resto, è praticata nella gran parte dei capoluoghi italiani. Un valido supporto potrebbe arrivare poi dalla tecnologia. In primis, attraverso la installazione di un sistema d'allarme immediato che permetta agli autisti di segnalare tempestivamente eventuali situazioni di pericolo per sé o per i viaggiatori. Alert che dovrebbe essere collegato da remoto a postazioni dell'azienda allestite nella sede centrale di Roma e in quella locale di via Santa Colomba, così da permettere il pronto intervento di propri operatori e delle forze dell'ordine in caso di episodi significativi come quelli accaduti nei giorni scorsi. Chiaramente, molto utile si rivelerebbe anche la dotazione di telecamere sui mezzi, in modo da garantire un monitoraggio in tempo reale dei comportamenti dei passeggeri e fungere da deterrente per i malintenzionati. Tutte opzioni che saranno trasmesse già nelle prossime ore dalla Prefettura a Trotta, nell'ottica di una valutazione di fattibilità. Solleciti in tal senso arriveranno alla società romana anche dal delegato municipale ai Trasporti Luigi Ambrosone, presente al vertice insieme al collega di Giunta Attilio Cappa, delegato alla Mobilità.

 

Ma la carta realmente vincente potrebbe essere quella dei controlli. L'attuale assenza di personale addetto alla verifica dei titoli di viaggio rende il trasporto pubblico beneventano un unicum certamente non virtuoso. Ma oltre a favorire di fatto i vituperati «portoghesi», tale lacuna si avverte anche in termini di minore presenza di personale a bordo con funzione dissuasiva di condotte aggressive. Con il sostegno dei sindacati Cgil, Uil, Cisl e Ugl presenti all'incontro, la Prefettura ha inserito nel documento da spedire a Trotta anche la richiesta di istituire una squadra di controlleria che, sia pure a rotazione, operi su tutti i pullman circolanti.

Video

Si è prospettata inoltre la possibilità di individuare le linee e gli orari più a rischio sotto il versante della sicurezza, segnalandole alla polizia municipale per occasionali accompagnamenti in funzione di scorta. La rapidità dell'intervento delle forze dell'ordine in occasione dei due episodi del 4 e 7 marzo, con gli aggressori prontamente individuati e fermati, rappresenta comunque una testimonianza del livello di attenzione già oggi posto al tema. Scartata in partenza, invece, l'ipotesi del doppio operatore su ogni bus, impraticabile per ragioni economiche e pertanto non contemplata nelle recenti rimodulazioni della contrattazione nazionale. Si attende adesso il riscontro della società romana, sulla quale, però, pesa la assoluta incertezza circa la permanenza futura in città. Un aspetto che spiega, probabilmente, anche l'inopinata assenza al tavolo di ieri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA