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«Don Mimmo pensaci tu ad aiutare Napoli», da un balconcino del Pallonetto di Santa Lucia una signora si affaccia e fa il suo appello all’arcivescovo don Mimmo Battaglia che ha deciso di tenere proprio nello storico quartiere popolare la via Crucis del venerdì santo. Un prete con il popolo e per il popolo. Un evento religioso dal significato particolare perché è stata la prima grande manifestazione religiosa svoltasi lontano dal Duomo dall’inizio della pandemia, ma soprattutto perché questa Pasqua arriva mentre a 2500 chilometri di distanza infuriano bombe e missili per l’invasione russa in Ucraina. Per questo don Mimmo, ieri sera, ha voluto con sé tanti giovani nelle varie stazioni che ripercorrono il calvario di Cristo e la via Crucis di quest’anno è stata intitolata «con i giovani per la pace». Tanti i ragazzi che si sono ritrovati ieri sera dinanzi alla chiesa di Santa Lucia a Mare in attesa dell’Arcivescovo metropolita. «La sofferenza di Cristo e, poi, la sua resurrezione - ha detto don Mimmo, parlando ai giovani - è quello che vogliamo realizzare questa sera. Dobbiamo riflettere sul vero significato di questa Pasqua, sui giovani che hanno nelle loro mani il potere di poter cambiare il corso negli eventi. Facciamo questo cammino insieme a loro per augurarci che dopo tanta sofferenza anche il nostro mondo possa risorgere dall’odio e dalla guerra».
Dopo che oltre 400 fedeli si sono ritrovati all’esterno della parrocchia di Santa Lucia a Mare, si sono spostati nei pressi della presidenza della Regione. Da lì è partita la ricostruzione e la commemorazione del percorso doloroso di Gesù Cristo verso la crocifissione sul Golgota. Da lì don Mimmo con i tanti fedeli - che crescevano in numero di passo in passo - hanno salito i gradoni del Pallonetto di Santa Lucia.
C’è gioia al Pallonetto nel veder sfilare l’Arcivescovo metropolita tra i vicoletti di Santa Lucia. «È un segnale di attenzione - racconta Maria affacciandosi da uno dei bassi - verso i nostri problemi, noi crediamo tanto in questo Vescovo, speriamo che anche grazie a lui possa risorgere anche il nostro quartiere». Più le strade si fanno strette e più la voce e l’emozione delle preghiere sale di tono. I fedeli si incamminano per via Solitaria e poi per via Egiziaca a Pizzofalcone, lì dove gli abusi e le prepotenze hanno avuto la meglio con l’occupazione abusiva di interi edifici. È la Chiesa di don Mimmo, quella che non si gira dall’altra parte di fronte ai problemi della città, ma che scende nelle strade per affrontarli. «Per i parroci la chiesa - aveva detto don Mimmo solo pochi giorni fa - non sia il luogo dove rifugiarsi, ma bisogna stare nelle strade per portare il messaggio di Cristo». Via Serra, poi via Montedidio: stazione dopo stazione, via dopo via e vicolo dopo vicolo diventa più forte la preghiera dei fedeli. Giunti all’esterno della Basilica di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone sono più i fedeli che sono all’esterno della chiesa che quelli al suo interno, nel frattempo in tanti sono usciti dalle case e si sono messi in fila al seguito dell’arcivescovo, dietro la croce. «È tutto qui - dice don Mimmo dal pulpito della basilica - il messaggio che voglio dare. Se camminiamo insieme, cercando il bene, risorgeremo tutti».
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