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Il benefattore anonimo di via Petrarca si rifà vivo, stavolta in maniera ufficiale. Si tratta della persona che, qualche settimana fa, fece rimettere in sesto una porzione di marciapiede di via Petrarca che era malmessa e pericolosa. Per giorni i napoletani si chiesero chi era stato a fare quel regalo alla città finché l’amministrazione comunale si palesò: nessun benefattore anonimo, siamo stati noi ad eseguire i lavori. Seguirono giorni di polemica.
Il benefattore anonimo ha lasciato passare un po’ di tempo per far decantare la tensione che s’era generata attorno al suo gesto, poi ha deciso di proseguire sulla strada che aveva iniziato a tracciare. Però stavolta, per evitare che ci siano fraintendimenti su un’iniziativa filantropica, ha deciso di procedere con passi ufficiali e di presentare richieste scritte per ottenere il permesso di eseguire i lavori.
Solo che c’era bisogno di palesarsi, di uscire dall’anonimato. Così è stato fondato un comitato a nome del quale presentare la documentazione. Ma anche il nome di quel comitato custodisce un segreto.
Il neonato comitato napoletano si chiama “Posillipo Evergetico”; non c’è un errore di battitura, non “energetico” ma proprio “evergetico”, ed è qui che si nasconde il segreto. La singolare parola deriva direttamente dal concetto di “evergetismo”, particolarmente diffuso all’epoca dell’antica Roma per indicare la pratica messa in atto dai privati cittadini di donare beni o procedere a ristrutturazioni in favore della comunità senza ottenere nulla in cambio. Insomma, avrete capito che il nome stesso del comitato sta a significare “benefattore anonimo”.
A dire la verità qualcuno che conosce il benefattore anonimo in questo momento c’è, sono almeno due persone: il presidente municipale di Chiaia e Posillipo, Francesco de Giovanni, al quale si è presentato un rappresentate del comitato per chiedere il permesso di iniziare a lavorare, e il consigliere municipale Maurizio Tesorone che ha fatto da tramite fra il benefattore e la municipalità.
I permessi sono già stati concessi, la questione è passata per gli uffici della municipalità perché non riguarda la striscia d’asfalto, sulla quale avrebbe potuto decidere solo palazzo San Giacomo: gli interventi che non incidono sulla viabilità possono essere ammessi dalla municipalità che si è immediatamente messa all’opera per procedere alla concessione.
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