Fermi un padre di famiglia che va al lavoro sullo scooter senza assicurazione e sai che se gli sequestri la moto lo rovini. Vedi periferie sempre più gonfie di soldi e di...
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Se sei un poliziotto vero più che la povertà è la condanna all'impotenza che brucia. Perciò non è difficile squarciare il silenzio imposto dal regolamento: il dolore per un collega in bilico sul filo della vita aiuta a trovare il coraggio per raccontare. Ed eccola la vita dei dannati delle Volanti, uomini condannati a vedere il male e a non poterlo curare. Giacomo ha 57 anni e da 22 lavora in un commissariato di periferia. Giorno dopo giorno ha visto la mutazione genetica della delinquenza: «Oggi ci troviamo di fronte bambini impazziti che vogliono solo un pezzo di ferro che spara fuoco e che si chiama pistola - spiega - Pensano di mettere paura, ma non sanno che i criminali veri non si fanno vedere: usano la violenza il meno possibile e preferiscono far girare i soldi. Di fronte a queste creature aliene quello della polizia è un esercito sempre più ridotto: nel mio commissariato dieci anni fa avevamo una squadra investigativa di dodici persone, adesso siamo in cinque. Quando usciamo mettiamo insieme quasi tre secoli, e non abbiamo nessuno a cui insegnare il mestiere: dietro di noi non c'è nessuno. Siamo una polizia geriatrica. I giovani sono pochi e già sanno che rischiano la vita per niente. Quindi sono tentati di lasciar perdere, di non giocare una partita che sanno già persa».
Nando è più giovane, ma ugualmente amareggiato.
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Il Mattino