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Mi chiamo Chiara, ho 22 anni. la mia esperienza però risale a 8 anni fa, quando ne avevo 15, sempre un sabato sera, sempre alla fermata di piazza Vanvitelli.
Dopo una serata trascorsa in compagnia di amici, aspettiamo la metropolitana per tornare a casa. Mentre parlavo con un'amica, qualcuno alle mie spalle mi da uno schiaffo. Mi giro, vedo un ragazzo di circa 17 anni, la cui faccia la diceva già lunga e istintivamente, per difendermi, gli do una spinta. Lui mi "sorride" e se ne va. Ritorno a parlare con le mie amiche, anche loro turbate dalla scena inspiegabile, poi, all'improvviso, non so neanche io come, mi sono trovata circondata.
Lui e i suoi amici, abbracciati a formare una barriera, saltellavano cantando e guardando me. Spaesata, cercai di superarli e allora lui mi prese per i capelli. Non so neanche spiegare precisamente cosa successe dopo: so solo che mi dimenavo per liberarmi dalla sua stretta, in preda al panico, mentre lui mi strattonava per quasi mezza banchina. Ho saputo dopo che alcune mie amiche avevano cercato di venire in mio aiuto ma i suoi compagni gliel'avevano impedito.
Quando è arrivata la metropolitana mi ha lasciato andare, i miei amici mi hanno tirato fuori da quella specie di "ring con tanto di pubblico" e trascinato fino all'ultimo vagone. La testa mi faceva male, dall'impronta di scarpa sul pantalone mi accorsi di aver ricevuto anche dei calci, e dell'umiliazione non sto neanche a parlare. Una ragazzina di 15 anni... Delle guardie neanche l'ombra. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino