Voragine nel rione Sanità a Napoli, l'ipotesi: sprofondamento provocato dai lavori in un garage

Sarebbero stati (per ora, sia chiaro, è solo una delle ipotesi al vaglio degli investigatori) i lavori in un garage sottostante a provocare lo sprofondamento che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Sarebbero stati (per ora, sia chiaro, è solo una delle ipotesi al vaglio degli investigatori) i lavori in un garage sottostante a provocare lo sprofondamento che venerdì sera ha costretto i vigili del fuoco a sgomberare 13 famiglie in via Giambattista Alfano, nella zona tra i Miracoli e il Moiariello. Una voragine di circa 50 metri che si è aperta nel giardino di un’abitazione, facendo franare oltre 300 metri quadrati di terreno, come si evince dalle prime verifiche dei pompieri delle squadre 1B, 2B e 18B giunti sul posto insieme a polizia di Stato e vigili urbani. Per fortuna non c’è stato nessun ferito, tranne qualche veicolo lievemente danneggiato nell’autorimessa di vico Tronari dove da alcuni giorni erano in corso lavori di ampliamento. Intanto i residenti costretti ad abbandonare le loro case si sentono abbandonati e invocano la messa in sicurezza del sottosuolo nell’intera zona. 


«Io e mia figlia stavamo guardando la televisione, quando verso le 22.30 abbiamo sentito un boato talmente forte, che il divano dove eravamo sedute si è spostato di una ventina di centimetri. Dopo mezz’ora un altro rimbombo ci ha scosso. Così sono corsa ad affacciarmi al balcone e ho visto che la terra sotto le nostre case stava franando». Caterina Apicella è ancora sotto choc mentre racconta cosa è accaduto venerdì sera. Dalla sua casa in salita della Riccia ha vissuto attimi di panico insieme alla minore delle sue figlie. Dal suo balcone il giorno dopo lo smottamento che ha causato l’apertura di un’ampia voragine - probabilmente causata da lavori non esattamente a regola d’arte, stando alle prime ipotesi investigative, da un garage che aveva avuto in affido dal Comune le cave nella zona dei Cristallini (ipotesi anche questa che, lo ripetiamo, sarà la magistratura ad accertare) - la donna ha visto in tempo reale come il terreno cedeva fino ad arrivare nelle viscere della Sanità. «All’inizio pensavo fosse una scossa di terremoto. Poi verso le 23, quando mio marito è rientrato da lavoro, abbiamo sentito un altro rumore. Poco dopo è venuto mio fratello ad avvisarci dell’accaduto e i vigili del fuoco ci hanno fatto sgomberare». Sin dalle prime ore i tecnici del servizio idrogeologico unitamente alle forze dell’ordine si sono messi al lavoro per valutare le cause del crollo: non si sa infatti se siano state le piogge di venerdì sera o i lavori in corso nel garage. Un garage ricavato all’interno di cavità tufacee, che accoglie già circa 200 auto e dove il proprietario (convocato per domani in caserma dai vigili del fuoco) stavano realizzando uno sbancamento dei luoghi per far posto ad altri veicoli. Resta il fatto che i residenti si sentono abbandonati, come rimarca Michele, marito di Caterina: «Nemmeno gli spazzini e i postini vengono fin quassù. Siamo isolati dal mondo. Se succede una tragedia non c’è neanche un accesso per i mezzi di emergenza. Nessun tecnico è mai venuto a fare verifiche statiche né monitoraggi. Quando è stato fatto dal Comune - mi chiedo - l’ultimo censimento di falde, cunicoli e cavità del sottosuolo?». 



Sul posto anche Luigi Laudati, consigliere della III Municipalità: «Con le condizioni meteorologiche avverse non si riescono a prevenire questi episodi a danno di strade, case e incolumità dei cittadini. Oggi si è sfiorata una tragedia, ma poi? Chiederò all’ufficio patrimonio del Comune di accertare le cause, fermo restando che attendiamo il responso della magistratura». Gli fa eco il collega Gennaro Acampora: «Fino a quando non si farà un piano idrogeologico in zone come Miracoli, Capodimonte e Colli Aminei con finanziamenti regionali e statali il rischio ci sarà sempre». «Di fronte alla spaventosa voragine che si è aperta l’amministrazione de Magistris si è limitata a diffidare le famiglie sgomberate dal rientrare in casa - tuona Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore cittadino della Lega - Palazzo san Giacomo lascia di fatto in strada queste persone, tra cui malati oncologici, anziani e bambini, rimasti senza un tetto e privati delle loro cose. Mentre è un preciso dovere di Comune e Protezione civile trovare loro un posto dove andare».
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino