No vax, vietato il corteo nel centro di Napoli: piazza Dante e Galleria Umberto blindate

No vax, vietato il corteo nel centro di Napoli: piazza Dante e Galleria Umberto blindate
Centro storico vietato ai cortei, alle manifestazioni pubbliche, proteste, sit in e raduni. Niente flash mob estemporanei, niente aggregazioni spontanee o azioni barricadere....

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Centro storico vietato ai cortei, alle manifestazioni pubbliche, proteste, sit in e raduni. Niente flash mob estemporanei, niente aggregazioni spontanee o azioni barricadere. È questa la prima stretta stabilita ieri mattina, a parte chiuse, dai vertici del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, presieduto dal prefetto Claudio Palomba, al cospetto dei vertici delle forze dell'ordine del territorio. Una decisione dettata dal ministro dell'Interno per tutte le aree metropolitane italiane, che trova a Napoli la prima applicazione concreta, con la decisione di inibire l'accesso ad alcune strade del centro storico ad ogni genere di manifestazione. Un provvedimento che entra in vigore nello stesso giorno in cui è previsto un raduno da parte del popolo di no vax che questo pomeriggio sono attesi in piazza Dante per il consueto raduno settimanale, in una sorta di abbraccio con alcuni sindacalisti dei comitati di base che sono in rotta di collisione con le scelte governative, a proposito dell'obbligo del green pass per l'accesso nei luoghi di lavoro. Dalla tarda mattinata di oggi, alle prime ore del pomeriggio, tra piazza Dante alla Galleria Umberto, dovrebbe andare in scena una manifestazione contro vaccini e pass ministeriali che potrebbe essere bollata come al di fuori delle regole. Un lavoro in più per le forze dell'ordine, in un crescendo di tensione che unisce Napoli alle altre città calde del Paese. Ma veniamo al provvedimento adottato ieri mattina in Prefettura. Quali sono le strade inibite? Nìente manifestazioni pubbliche in via Toledo (tratto compreso tra Largo Berlinguer e piazza Trieste e Trento, incrocio via Nardones); via Chiaia, via San Sebastiano, via Benedetto Croce, piazzetta Nilo e via San Biagio dei Librai (tratto compreso tra piazza del Gesù e via Duomo). Scrivono sempre da Palazzo di Governo: «Fino al perdurare dello stato di emergenza sanoitaria in atto, saranno strade temporaneamente interdette a tutte le manifestazioni pubbliche». Ma quali sono le anime della protesta napoletana? E chi c'è dietro la protesta no vax prevista per oggi in pieno centro storico? 

Un pericoloso incrocio di differenti pulsioni ideologiche. Istinti identitari, campagna no vax, strategie sindacali, tutto in una giornata, la prima che viene guardata a vista dai reparti investigativi a Napoli. Sabato tredici, prime ore del pomeriggio (orario volutamente imprecisato), va di scena la protesta contro l'obbligo del green pass a Napoli, un appuntamento che si sta via via caricando di significato politico (e di tensione sociale), anche sulla scorta di quanto sta accadendo in altri contesti metropolitani nazionali. Milano, Trieste, Napoli, proviamo a ragionare su cosa sta accadendo: sabato scorso, all'interno della galleria Umberto, solito canovaccio no vax. Non erano pochi: ne erano 150, uno zoccolo duro che si muove in piena sintonia con quanto sta accadendo in mezza Europa, dove le minoranze ideologizzate contro le campagne governative per arginare il covid stanno alzando la voce. Restiamo sotto le volte della Galleria napoletana: erano presenti Giovanni Moscarella, biologo e candidato sindaco di Napoli con il gruppo delle tre Verità, dichiaratamente anti vaccini; poi alcuni esponenti del variegato movimento io apro (nato durante i lockdown), una miscela che unisce tensioni identitarie ma anche istinti anarchici. 

Un mondo che si sta organizzando soprattutto in vista dell'appuntamento di oggi, all'insegna del no alla card ministeriale. Uno scenario guardato a vista dal primo dirigente della digos Antonio Bocelli, alla luce di una prospettiva tutt'altro che ordinaria: il possibile contatto del fronte no green pass (e più in generale no vax) con il sindacalismo conflittuale, quello che in questi mesi di ripartenza non ha digerito il regime di controlli all'ingresso di aziende, fabbriche, comparti artigianali. Uno scenario che va preso in considerazione alla luce della fibrillazione che evidentemente circonda questo appuntamento. Analisi di chat e di messaggi sui circuiti delle comunicazioni istantanee, social e forum sotto osservazione. Siamo nel campo delle rivendicazioni, a metà strada tra proselitismo e pulsioni di rottura. C'è chi chiede lo scontro, chi cita i capitoli della Costituzione, chi si affida alle tesi di qualche biologo negazionista in materia di vaccini, chi invece ricorda le battaglie nelle fabbriche del secolo scorso. Un mix che ora fa i conti con le nuove regole antiassembramento per il nostro centro storico. 

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Il Mattino