«Noi, padroni a casa nostra» Pontida nasconde la scritta

Pontida. Per un giorno a Pontida hanno deciso di non essere padroni. Nel pomeriggio una mano anonima ha cancellato la scritta storica, del 1990 su muro del pratone della Lega che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Pontida. Per un giorno a Pontida hanno deciso di non essere padroni. Nel pomeriggio una mano anonima ha cancellato la scritta storica, del 1990 su muro del pratone della Lega che recitava a caratteri verdi cubitali: “Padroni a casa nostra”. Un atto di prudenza, si diceva nei bar, per evitare vandalismi. Già in passato la lettera “P” era stata trasformata in “L”. Da Padroni a Ladroni. Il sindaco Luigi Carozzi non ne sa nulla.

 
Ma la voce che gira puntava sui vertici della Lega che avrebbe voluto anticipare uno eventuale scherzo a loro giudizio offensivo, da parte degli antagonisti che si sono dati appuntamento per oggi nella capitale mitica del Carroccio. Se è l’inizio di una disfida (che potrebbe degenare) o solo cautela si capirà oggi. La Lega da tempo ha fatto il passaparola invitando a non rispondere a provocazioni. Intanto, ieri, splendeva un magnifico sole primaverile, ieri.. Un cielo azzurro napoletano che sembrava un ottimo auspicio per l’invasione degli untorelli, calati e risaliti da tutt’Italia per la Giornata dell’Orgoglio antirazzista, organizzata da Insurgencia e alla quale hanno aderito decine di associazioni e centri sociali di tutto il Paese. A girare per le quattro stradine della città del Giuramento dello Spadone di Alberto da Giussano, 4mila anime scarse, sparse per villette, colline e microborghi prealpini, si respirava un’aria di tranquillità ostentata e sospetta. Prevalevano i mugugni contro l’ordinanza del sindaco che per oggi ha imposto la chiusura a negozi, bar, scuole, uffici, allo stesso Comune e persino al cimitero che si trova accanto al prato dove alle 14 comincerà il concerto dei Terroni Uniti.

Tutto è pronto, quindi, per l’arrivo dei circa tremila manifestanti (tanti ne prevedono gli organizzatori). Da Napoli sono partiti ieri sera quattro pullman, altri si sono mossi nella notte da Sud e da Nord. Ieri pomeriggio il prato del concerto, poco lontano dalla Basilica e dalla casa del sindaco, è stato parzialmente falciato. In serata c’è stato un sopralluogo degli organizzatori per stabilire dove va montato il palco. 


CONTINUA A LEGGERE SUL MATTINO DIGITAL Leggi l'articolo completo su
Il Mattino