Minorenne picchia controllore, la madre lo difende: non è un bullo

Minorenne picchia controllore, la madre lo difende: non è un bullo
«Mio figlio non è un bullo ed è stato picchiato a sangue». A parlare è Carla Tulino, 43enne napoletana, madre del 17enne che ha sferrato un pugno...

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«Mio figlio non è un bullo ed è stato picchiato a sangue». A parlare è Carla Tulino, 43enne napoletana, madre del 17enne che ha sferrato un pugno in faccia al controllore della metropolitana che lo aveva fermato perché sprovvisto del ticket. L’episodio, avvenuto intorno alle 17 di sabato scorso, vicino ai tornelli interni alla stazione Vanvitelli, è al vaglio delle forze dell’ordine. Gli investigatori della polizia, potranno avvalersi delle immagini della videosorveglianza per ricostruire quanto accaduto in quella manciata di minuti descritti in maniera completamente opposta dal minore e dal 46enne che ha riportato la frattura del naso. L’episodio è stato descritto da A.S., il verificatore di titoli di viaggio in seno all’Anm, come una vera e propria aggressione.


«Il giovane ha scavalcato i tornelli e mi ha fatto gesti ingiuriosi tentando di scappare- ha raccontato il controllore – quando l’ho raggiunto e gli ho detto che avrei fatto un verbale, mi ha colpito in faccia». In ospedale, al Fatebenefratelli, l’uomo è stato assistito per una frattura semi scomposta con 25 giorni di prognosi ma anche il 17enne è stato medicato, tra l’altro nello stesso presidio, per traumi contusivi, e due denti fratturati con l’assegnazione di 15 giorni di prognosi. «Ho deciso di parlare perché mio figlio è una vittima e non posso credere che sui social commentino l’episodio augurandogli addirittura la morte- spiega Carla che vive col marito e altri due figli vicino Napoli – parliamo di un ragazzo che non è mai stato un bullo e, semmai, si è difeso». Secondo la versione, raccontata dalla donna «il minore avrebbe scavalcato i tornelli e si sarebbe accorto della vicinanza del controllore solo quando quest’ultimo, urlandogli contro, gli avrebbe tirato uno schiaffo».

«Mio figlio aveva le cuffiette con la musica nelle orecchie e, notando la presenza dei controllori, aveva scavalcato i tornelli perché effettivamente non aveva il biglietto ma non è un violento- insiste la donna- e si è trovato addosso il controllore che lo ha aggredito, per cui ha cercato di difendersi». Il minore ha raccontato alla polizia che l’aggressione subita non si è limitata al singolo controllore ma l’uomo è stato appoggiato anche da alcuni colleghi. «Mio figlio è scappato e si è rifugiato a casa di un amico al Vomero finché siamo andati a prenderlo e lo abbiamo portato in ospedale- conclude la mamma – era terrorizzato dalla paura». Se il 17enne sostiene di essersi difeso dalla violenza del controllore che gli si è scagliato contro, il 46enne sostiene esattamente la stessa cosa e cioè di essere stato aggredito con un pugno in faccia da cui ha cercato istintivamente di difendersi, dopo averlo incassato. Gli accertamenti della polizia sono in corso per chiarire la dinamica di quanto avvenuto e individuare le responsabilità tra le due vittime dell’episodio.


L’unico elemento incontrovertibile è che proprio di sabato, nella stazione metropolitana di Vanvitelli, le guardie giurate sono presenti limitatamente alla fascia oraria compresa tra le 17 e le 24. «E’ assolutamente necessaria una intensificazione degli orari con la copertura della vigilanza all’interno delle stazioni metropolitane, soprattutto nell aree con grande affluenza di viaggiatori come Vanvitelli – ha affermato Adolfo Vallini portavoce Usb - per questo, martedì scorso, abbiamo chiesto in Prefettura un sensibile aumento dei servizi di sicurezza a tutela del personale di stazione, dell’utenza e a garanzia rispetto gli atti di bullismo e vandalismo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino