Nozze trash, agenti della penitenziaria nella banda musicale: traditi dai video e sospesi

Nozze trash, agenti della penitenziaria nella banda musicale: traditi dai video e sospesi
Traditi dai video postati sul web: c'erano anche cinque ispettori della Polizia Penitenziaria, che suonano la tromba nella banda musicale del Corpo di stanza a Portici, alle...

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Traditi dai video postati sul web: c'erano anche cinque ispettori della Polizia Penitenziaria, che suonano la tromba nella banda musicale del Corpo di stanza a Portici, alle fastose e controverse nozze tra il cantante neomelodico Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova del defunto boss degli scissionisti Gaetano Marino. I cinque ispettori, riconosciuti nelle immagini diventate virali, sono stati tutti sospesi dal Dap. Alle nozze hanno preso parte in qualità di musicisti.

 
I cinque ispettori, trombettisti della banda musicale della polizia penitenziaria, secondo quanto si è appreso, sarebbero stati chiamati da un'agenzia con sede nel Napoletano, che organizza eventi. Non è chiaro se abbiano prestato la loro tromba in qualità di invitati. Sulle nozze tra il cantante neomelodico e vedova del boss scissionista (ucciso in un agguato sul lungomare di Terracina sei anni fa, ndr) sono in corso indagini dei carabinieri di Napoli, coordinate dagli inquirenti della Procura partenopea. Il matrimonio da Tony Colombo e Tina Rispoli è stato celebrato nel Maschio Angioino di Napoli lo scorso 28 marzo. È stato preceduto da un festoso corteo che ha letteralmente bloccato corso Secondigliano e da una festa in piazza del Plebiscito che agli enti preposti era stata segnalata come un flash mob. Le nozze tra il neomelodico e la vedova del boss hanno suscitato un vespaio di polemiche.


«Ancora fango sulla Polizia Penitenziaria». Così il presidente dell'Unione dei Sindacati della Polizia Penitenziaria Giuseppe Moretti e il segretario regionale Ciro Auricchio, hanno commentato la notizia. «L'onore e il prestigio del Corpo - sottolineano i due sindacalisti - non possono essere intaccati da simili condotte. Stigmatizziamo questo comportamento - aggiungono Moretti e Auricchio - che costituisce un'eccezione e, pertanto, non può vanificare l'abnegazione profusa quotidianamente dagli agenti i quali, con enorme sacrificio, garantiscono l'ordine e la sicurezza nelle carceri». Moretti e Auricchio auspicano ora che «così come le altre bande delle forze di polizia, anche quella del Corpo della Polizia Penitenziaria venga trasferita a Roma». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino