«Un atto dovuto». Così Claudia Sonego, vicepresidente Gti, associazione nazionale Guide Turistiche Italiane, definisce la rimozione della postazione guide dal...
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Gti si appella all’articolo 3 della legge 97/2013, che eguaglia gli operatori con abilitazione nazionale. «Le guide – sintetizza Sonego – sono libere di svolgere la loro professione dove vogliono. I direttori dei musei statali non possono non tenerne conto». I feudi e le scorciatoie, questo il succo, sono finiti. Partendo dal presupposto che l’obiettivo è la fruizione dei beni, Gti ritiene che «valorizzare il ruolo della guida turistica per promuovere la conoscenza del patrimonio sia indispensabile e le collaborazioni fra le parti in causa sono non solo necessarie ma auspicabili». Infine: «Non siamo contrari alle postazioni, pensiamo però vadano ripensate e allestite seguendo principi di corretta applicazione della legge, senza creare discriminazione fra professionisti di una stessa categoria». Tra le strade percorribili, Gti propone bandi pubblici e convocazione di tutte le associazioni presenti sul territorio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino