Interessanti scoperte dalle terme romane di via Terracina, nel quartiere Fuorigrotta a Napoli. Gli studenti dell’università di Napoli L’Orientale e Federico II...
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«La campagna di scavo del 2019 presso l’area archeologica delle terme romane di via Terracina, è dedicata alla comprensione dei resti di un complesso edilizio che si affianca all’impianto termale» fa sapere l’archeologo Marco Giglio, docente di Metodologia e tecnica della ricerca archeologica per l’Università L’Orientale di Napoli e responsabile, assieme all’archeologo Gianluca Sorricelli, docente associato di Storia romana presso l'Università del Molise, della campagna di scavo in corso.
«La fondazione del complesso edilizio, con diversi ambienti a destinazione commerciale e residenziale, risale a un periodo compreso tra la fine del II e l’inizio del III sec. d.C, ed è strettamente collegato alle terme da una serie di accessi. Qui abbiamo messo in luce un piano pavimentale in cocciopesto decorato con intarsi marmorei in un ambiente servito da un corridoio laterale, di cui non abbiamo ancora individuato la destinazione. Il nostro lavoro consiste nel riprendere le indagini della struttura da dove gli archeologi, negli anni ’30, si sono fermati».
E seguendo le indicazione lasciate da questi, in particolare un filare di pini piantati lungo la direttrice dell’antica via Puteoli Neapolim, l’equipe di studenti, guidata dagli archeologi Giglio e Sorricelli, hanno riportato alla luce un tratto dell’antica via. «L’asse viario principale era già stato individuato durante gli scavi del 1940 ma da allora se ne era persa la conoscenza. Al momento abbiamo rimesso in luce il margine della strada, il basolato e l’ampio marciapiede che separava la carreggiata stradale dal complesso termale».
Il Mattino