C’è un grande fervore di scavi archeologici: da Punta Campanella, dove due giovani archeologi hanno ricostruito il percorso dell’antica Via Minervia risalente...
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Nell’ottima prefazione ai saggi di Esposito il prof. Umberto Pappalardo (Archeologia Pompeiana, Suor Orsola Benincasa), disegna il perché di questa felicità della Campania, che partorì una vera e propria implosione edilizia: 400 ville punteggiarono i nostri litorali. Esposito dal canto suo ci descrive le caratteristiche principali delle ville, con immagini, schede e mappe cartografate che uniscono alla precisione delle fonti letterarie ed archeologiche una bella traduzione in inglese. Il fenomeno delle ville marittime, si diffuse principalmente fra il I sec. a.C. ed il I sec. d.C., - ma recenti scoperte archeologiche da Gaeta in giù potrebbero farne retrodatare l’inizio - quando il possedere una villa con peschiere divenne, oltre che una moda, una sorta di status symbol che attestava l’enorme ricchezza del suo possessore. All’interno del volume sono descritte con immagini e testi le principali e più belle ville marittime della costa campana: la Villa di Posillipo, del Capo di Sorrento, dell’imperatore Tiberio a Capri, di Positano, di Minori e di Vietri. Un testo che ha la precisione del saggio archeologico e la maneggevolezza della guida da trekking colto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino