La prima tappa è il Loreto mare, l'ospedale più vicino a casa. Ma non ha il pronto soccorso oculistico. «Qui i medici mi suggeriscono di raggiungere...
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IN OSPEDALE
Il punto di riferimento principale è il polo della Pignasecca, nel centro storico di Napoli, dove pazienti arrivano da tutte le province, oltre 300 nel weekend, 30mila le prestazioni garantite all'anno; eppure, nella notte, tutte le notti, il medico ai Pellegrini è reperibile: significa che interviene per le emergenze da codice rosso, ossia indifferibili. Per la scheggia o un trauma alla cornea (eccetto quelli chirurgici), a Francesca e agli altri non resta che aspettare le 8 del mattino. E poi, occorre fare la fila, come al supermercato, in base all'ordine di arrivo, perché non è in funzione il triage, il sistema previsto per indicare una priorità negli accessi. Salvatore de Pasquale, originario di Ponticelli, si mette in coda, ad esempio, dopo essere stato a Villa Betania; mentre Enrico Orlando ha il numero 83 ed è assieme a un amico che riferisce: «L'altra domenica l'incidente è capitato a me. Mi sono messo in lista, mi sono allontanato per pranzo e, rientrato, ho trovato ancora gente prima di me». I numeri, del resto, parlano chiaro: i professionisti al pronto soccorso sono sei, di cui uno in aspettativa, tutti inquadrati come specialisti ambulatoriali, più il primario Francesco Napolitano.
«Appena due gli infermieri, la situazione è inconcepibile», accusano in una lettera indirizzata al manager i componenti rsu della Asl Napoli 1 Centro, Antonio Eliseo, Raffaele Pavone, Luigi Brancaccio, Rosario Cerullo. Persino a Capodanno, quando si verificano i danni provocati da petardi, aggiungono i sindacalisti, non è stata prevista la guardia attiva, ricordando «che il contratto nazionale di lavoro definisce l'istituto della reperibilità come integrativo e non sostitutivo del turno di servizio». Non solo è complicato provvedere alle assunzioni. Lo è anche procedere alle sostituzioni, con altri precari. «Per i mesi di dicembre e gennaio, non si è riusciti a trovare nessuno, nonostante siano stati contattati 91 medici», scuote la testa Eliseo. Avverte Brancaccio: «Anche altre eccellenze, dalla chirurgia della mano alla cardiologia, sono in sofferenza». Tredici i ricoverati, l'altro giorno, nel reparto di oculistica. «Con dieci posti, e la metà delle stanze ha il bagno in camera. Insomma, il quarto piano finisce per popolarsi di barelle e bombole di ossigeno nei corridoi: diventa un lazzaretto».
LO SCENARIO
Per problemi alla retina e in mancanza di letti liberi, i malati vengono trasferiti pure a Caserta o Salerno e, più spesso, dirottati in ambulanza al Cardarelli. Lì dove lavorano cinque medici più il primario, Pasquale de Rosa, che spiega: «Da noi l'ultimo concorso risale agli anni Novanta, quattro i posti al momento disponibili sono ma ne sono previsti quindici nel nuovo piano ospedaliero, che va applicato in tempi brevi ma soprattutto nel modo migliore. Coinvolgendo i policlinici, come a Roma, nella rete dell'urgenza. Oggi questo non accade e nelle altre due strutture cittadine attrezzate, l'Ospedale del mare e il San Giovanni Bosco, si provvede esclusivamente alla chirurgia».
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Il Mattino