Omicidio a Gragnano, incensurato ucciso a fucilate: l'ipotesi dello sgarro ai narcos

Omicidio a Gragnano, incensurato ucciso a fucilate: l'ipotesi dello sgarro ai narcos
Incensurato, insospettabile, nessun legame «pericoloso» segnalato negli ultimi mesi. Eppure, il 41enne Matteo Dello Ioio è stato ammazzato come un boss del...

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Incensurato, insospettabile, nessun legame «pericoloso» segnalato negli ultimi mesi. Eppure, il 41enne Matteo Dello Ioio è stato ammazzato come un boss del traffico di droga. Almeno tre fucilate a pallettoni (una al volto, due al torace) esplose da distanza ravvicinata da un killer che si era nascosto nella vegetazione di una stradina sterrata di collina, a due passi da casa della vittima. L'omicidio è avvenuto in via San Giacomo, tra le frazioni Aurano e Caprile, a Gragnano, a due passi dai boschi di Lettere che ogni estate vengono trasformati nella «Giamaica dei Lattari». Dello Ioio ha un passato integerrimo: bracciante agricolo, percettore di reddito di cittadinanza, sposato con due figli, stava rientrando a casa dopo aver fatto jogging. Indossava scarpe da ginnastica, aveva le cuffiette nelle orecchie e probabilmente non si è neanche accorto di essere diventato il bersaglio di un killer spietato, che gli ha stroncato la vita con un fucile a pallettoni. Le indagini sono affidate ai carabinieri, che lavorano in forze sulla vicenda con il nucleo investigativo di Torre Annunziata, la compagnia di Castellammare di Stabia e la stazione di Gragnano.




Il fascicolo per omicidio è stato aperto dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Pierpaolo Filippelli, sostituto Bianca Maria Colangelo), ma della vicenda è stata informata anche la Dda. Sì, perché la vicenda somiglia molto di più a un giallo. Secondo gli investigatori, è molto probabile che Dello Ioio possa essersi scontrato con qualche «gestore» delle piantagioni di canapa di indiana, uno sgarro poi punito con l'efferato agguato. Ma non sono escluse le altre ipotesi: dalla lite per futili motivi, ad una questione economica, senza mettere da parte neanche una eventuale pista passionale. Tra la notte scorsa e ieri, quattro persone sono state sottoposte allo stube. Nel frattempo, sono stati ascoltati i parenti della vittima e alcuni vicini di casa. Un vicino è stato il primo ad accorrere, intorno alle 21.15 di giovedì sera. Due minuti dopo è tornata la moglie, che ha allertato i carabinieri quando ormai per Dello Ioio non c'era più niente da fare. Dopo gli spari, il 41enne ha percorso un'altra decina di metri per raggiungere la sua abitazione, un tentativo di fuga durato pochi secondi. Nessuno ha saputo dare una spiegazione per quanto accaduto. Il 41enne era considerato un tipo riservato, quasi schivo, e secondo i familiari lontano da certi ambienti. Viveva, però, praticamente «immerso» nei boschi preferiti dai narcos dei monti Lattari, per questo poteva conoscerne i segreti. Oppure, si era avvicinato alle persone sbagliate. Tre anni fa, quella stessa zona fu teatro dei pericolosi incendi boschivi: era la calda estate dei roghi sul Vesuvio e nelle «terre dei narcos», con decini di incendi appiccati ovunque. Sui Lattari i piromani erano gli stessi coltivatori di canapa indiana, che si scontrarono in una vera e propria guerra, dando fuoco alle piantagioni dei rivali. Andarono distrutti ettari di vegetazione nel cuore del parco regionale dei Monti Lattari, tra cui proprio quei boschi a poche decine di metri da casa di Dello Ioio. Uno di quei roghi costrinse anche i residenti ad abbandonare per una notte le abitazioni per il pericolo che le fiamme lambissero le case.


Intanto, si torna a sparare anche a Torre Annunziata. Don Antonio Carbone ha denunciato una stesa avvenuta in via Margherita di Savoia, nei pressi dell'istituto dei Salesiani. Sul posto i carabinieri non hanno trovato tracce della sparatoria, ma in via del Principio, a un centinaio di metri, sono stati trovati diversi proiettili a salve inesplosi.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino