Omicidio a Napoli, boss ucciso a colpi di pistola in un bar: era già scampato a un agguato pochi mesi fa

Omicidio a Napoli, boss ucciso a colpi di pistola in un bar: era già scampato a un agguato pochi mesi fa
È un vero e proprio agguato di camorra quello che ha messo fine alla carriera criminale di Salvatore Milano, ex esponente di spicco del clan Lo Russo noto con il soprannome...

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È un vero e proprio agguato di camorra quello che ha messo fine alla carriera criminale di Salvatore Milano, ex esponente di spicco del clan Lo Russo noto con il soprannome di ‘o Milan.

I killer, almeno due secondo le prime indiscrezioni investigative, lo hanno sorpreso all’interno del bar Rosetta di via Vittorio Veneto nel quartiere Miano non lasciandogli scampo.

Diversi i colpi di pistola esplosi contro il 60enne, quindi la fuga in sella a uno scooter facendo perdere le tracce prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. 

In pochi minuti, sul posto, sono arrivate le gazzelle del nucleo operativo della compagnia Stella che hanno provveduto a cinturare la zona e a procedere con i rilievi del caso. Nessuna pista esclusa è stato il commento degli investigatori dell’Arma anche se l’ipotesi ritenuta più attendibile è che la morte di Milano sia da inquadrare nello scontro tra le organizzazioni criminali di Miano.

Un’ipotesi avvalorata dal fatto che l’omicidio è avvenuto all’interno di quello che è considerato uno dei punti di ritrovo degli affiliati al clan Cifrone da diversi mesi in lotta con il gruppo che, secondo gli investigatori, sarebbe riconducibile a Pasquale Angellotti, anche lui esponente della vecchia guardia dei Lo Russo. Un dettaglio non da poco dato che Milano, in base alle informazioni raccolte dalle forze dell’ordine, sarebbe stato vicino proprio ad Angellotti con il quale, fino a pochi anni fa, aveva condiviso la comune militanza nei capitoni, come i Lo Russo erano soprannominati negli ambienti criminali. 

Possibile, questa la teoria sulla quale si stanno concentrando le attenzioni degli investigatori, che il ras sia stato attirato in una trappola, forse con la promessa di un chiarimento dopo che alcuni mesi fa lo stesso Milano era scampato ad un altro tentativo di ammazzarlo.

In quell’occasione il commando entrò in azione alle porte di Giugliano in Campania. Milano fu avvicinato da una coppia di sicari in scooter ma dei numerosi proiettili esplosi solo uno raggiunse il ras, ferendolo a una spalla, permettendogli così di riparare in ospedale. Agli investigatori che lo interrogarono, Milano parlò di un tentativo di rapina ad opera di ignoti ma, subito dopo essere tornato a casa, sparì, per qualche tempo, dalla circolazione.

Solo con l’arresto dei cugini Cifrone e dei loro principali affiliati, il ras, aveva ripreso a farsi vedere nel quartiere, confidando, forse, di non essere più in pericolo. Un errore di valutazione che gli è costato la vita.

 

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Il Mattino