Omicidio di Pianura, il 25enne freddato come un boss era titolare di una pizzeria

Omicidio di Pianura, il 25enne freddato come un boss era titolare di una pizzeria
Violenza inarrestabile a Napoli. E riflettori ancora puntati sull'ennesima notte di sangue a Pianura: nel quartiere della periferia occidentale tornano a far fuoco le armi, e...

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Violenza inarrestabile a Napoli. E riflettori ancora puntati sull'ennesima notte di sangue a Pianura: nel quartiere della periferia occidentale tornano a far fuoco le armi, e nel mirino dei sicari finisce un 25enne, il cui nome poco o niente dice a chi di camorra se ne intende. Antonio Zarra - che risulta essere noto alle forze dell'ordine per un solo piccolo precedente legato alla droga - è stato centrato con sette colpi di una micidiale calibro 9. Soccorso e trasportato all'ospedale San Paolo, il giovane è spirato poco dopo il ricovero.


La tragedia si consuma quando mancano pochi minuti alle tre. Notte fonda, notte di morte lungo via Jacopo Carrucci, stradone che si snoda tra i giardini di piazza Piero della Francesca e un agglomerato di case popolari. È qui, ed è questa una delle poche certezze in un'indagine ancora nebulosa e piena di incognite, che entrano in azione i sicari.

Zarra a quell'ora è in giro, forse da solo o forse in compagnia di qualcuno. Viene affiancato dall'uomo che estrae la pistola e svuota il caricatore esplodendogli contro ben dieci proiettili, sette dei quali lo raggiungono al torace e all'addome. Quando sul posto arriveranno i carabinieri della sezione Rilievi del Nucleo Investigativo di Napoli, troveranno sull'asfalto dieci bossoli e ampie tracce di sangue.

Poco dopo, alla centrale operativa del 112 giunge una segnalazione anonima che parla di una sparatoria e di un uomo che giace sull'asfalto. Scattano i soccorsi, sul luogo arrivano le gazzelle dei militari della compagnia di Bagnoli: il 25enne giace in una pozza di sangue ma respira ancora. Trasportato da un'auto privata al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo, a Fuorigrotta, muore mentre i medici si prodigano in un estremo tentativo di rianimarlo.

Indagini in corso per chiarire dinamica e individuare i responsabili. E sono indagini tutte in salita. Già, perché districarsi nel rebus di un agguato che ha una chiara matrice camorristica non è facile. E dunque, si procede a trecentosessanta gradi non avendo un punto di partenza, un aggancio sicuro. Perché contro questo ragazzo apparentemente finora estraneo ad ambienti criminali ci si è accaniti con tanta efferatezza? Le modalità di esecuzione, quei dieci colpi di pistola esplosi, rimandano ad esecuzioni mafiose o comunque a contesti di odio profondo.

Eppure, scavando nel passato recente di Zarra, poco o nulla viene a galla di importante per ricollegarlo all'ondata di violenza che da mesi scuote Pianura e tutta l'area occidentale della città. Stese, agguati, ferimenti: che cosa c'entrava allora un giovane appartenente ad una famiglia benestante ed estranea a contesti criminali, al quale il padre aveva dato in gestione anche una pizzeria in via Montagna Spaccata?

Poi c'è l'altro lato della medaglia. Spietato, freddo, il killer che ha freddato il 25enne ha agito da vero professionista. Era da solo? ha agito con l'aiuto di uno o più complici? Conosceva la vittima, e l'ha attirata in quella strada magari con un tranello? Domande alle quali dovranno cercare di dare una risposta le indagini dei militari dell'Arma.

Se la matrice camorristica dell'agguato dovesse essere confermata - e il caso viene coordinato dai magistrati inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli - allora l'elemento da individuare è il presunto ruolo della vittima in qualche giro poco pulito negli ambienti della delinquenza organizzata di Pianura e dintorni. C'è una voce - che come tale va registrata fino a conferma ufficiale, anche per rispetto della vittima - giunta anche all'orecchio degli inquirenti e che descrive Antonio Zarra come un giovane che da qualche tempo avrebbe subìto in qualche modo il fascino per Gomorra e le sue storie. A volte accade anche questo, e il richiamo nero per certa agiografia criminale sortisce effetti assolutamente nefasti. Ma potrebbe, ammesso che fosse vero, bastare ciò per inquadrare il personaggio della vittima come un delinquente? No di certo.

Si lavora dunque anche sullo scenario nel quale si è consumato il delitto. E su quel quartiere che da mesi, pare a causa di uno scontro tra due gruppi emergenti che si contendono il controllo degli affari illeciti, droga ed estorsioni in primis, non trova più pace ed è ostaggio della violenza.
 

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Il Mattino