Napoli, pioggia di fuoco per uccidere l'ex collaboratore di giustizia. Anche i bambini sul luogo dell'agguato Foto-Video

I killer hanno affiancato la sua auto, approfittando di un semaforo rosso, e lo hanno ucciso. Dodici proiettili, per essere...

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I killer hanno affiancato la sua auto, approfittando di un semaforo rosso, e lo hanno ucciso. Dodici proiettili, per essere sicuri di eseguire la sentenza di morte decisa nei tribunali di camorra. Non ha avuto scampo Davide Montefusco, 34enne originario di Casalnuovo, ucciso intorno alle 18 a Ponticelli.

Il giovane, che in passato era stato collaboratore di giustizia, rendendo dichiarazioni successivamente ritrattate contro il clan Sarno, non risulta organico attualmente a nessuno dei clan della zona. Le modalità dell’agguato, però, sembrano non lasciare dubbi agli inquirenti: il commando di fuoco che ha agito lo ha fatto per conto delle cosche malavitose. L’omicidio è avvenuto in viale Margherita, nella zona di influenza del clan D’Amico, da anni in guerra contro il gruppo camorristico rivale dei De Micco.

Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato locale, guidato dal vicequestore Antonella Andria, e quelli dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, agli ordini del dirigente Michele Spina, mentre gli uomini della Scientifica, coordinati dal dirigente Fabiola Mancone, si sono occupati dei primi rilievi. Le indagini sono affidate agli agenti della Squadra Mobile, guidata dal dirigente Fausto Lamparelli, in collaborazione con il commissariato locale. Al vaglio degli inquirenti due ipotesi, entrambe riconducibili alla criminalità organizzata: Montefusco potrebbe essersi schierato dalla parte di uno dei due clan in lotta, finendo vittima dello scontro, o potrebbe essere stato punito dopo aver tentato di costruire un proprio business illegale in una zona già “posseduta” da un clan.
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Il Mattino