«Omicidio di Natale»: nel territorio delle grandi industrie torna alla ribalta il misterioso caso della morte di Giuseppe Di Marzo, il disoccupato di 35 anni che in...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Secondo l'accusa intorno alle due di notte del 24 dicembre del 2016 Vincenzo La Gatta avrebbe sparato, con la sua pistola, alla tempia sinistra di Giuseppe Di Marzo, in via Pratola, mentre il 35enne, che non aveva un'auto, stava tornando a piedi a casa, dopo essersi allontanato dall'ingresso del Resort Pietrabianca, dove aveva litigato con i guardiani della struttura, sempre per motivi non ancora chiariti. Sulla strada del ritorno Di Marzo ha avuto un primo confronto con Salvatore Sassone. Poi è sopraggiunto La Gatta. Ne è nata una colluttazione. Alla fine il disoccupato è stramazzato a seguito di un colpo a bruciapelo in testa. Secondo La Gatta quel colpo sarebbe partito accidentalmente. Ma i familiari della vittima parlano di «un'esecuzione». Familiari che hanno rifiutato 100mila euro da La Gatta, come acconto del risarcimento. «Noi vogliamo che sia fatta giustizia» dice Imma Di Marzo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino