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Oncologia: rinnovato il manifesto di Procida redatto un anno fa nella capitale italiana della cultura da specialisti oncologi, esperti e manager della Sanità. Ricercatori e specialisti, provenienti da tutta Italia che si sono ritrovati ieri per il secondo anno consecutivo nell'isola del Golfo per aggiornare un documento che ha l'obiettivo di promuovere l'attenzione sullo stato dell'arte nella lotta al cancro.
Riflettori accesi sulle novità più significative che arrivano dall'evoluzione dell'immunoterapia, dai nuovi farmaci e dall'innovazione della clinica che tuttavia apre il capitolo spinoso della sostenibilità economica di nuove specialità. I pazienti oncologici oggi possono guarire e vivono mediamente più a lungo. Percorsi di cura basati sull'appropriatezza, realizzazione compiuta di reti oncologiche che comprendano percorsi ospedalieri e territoriali integrati e continuità delle cure dal ricovero al domicilio del paziente. E poi accesso facilitato alle sperimentazioni cliniche per tutti i centri, rafforzamento delle cure palliative territoriali e infine il grande tema della prevenzione diffusa e dello screening oncologico, i principali nervi scoperti anche a seguito della pandemia.
«Effettivamente - dichiara Cecilia Nisticò - il cancro è una malattia cronica e nella nostra Asl (Frosinone) stiamo lavorando per un'assistenza integrata che raggiunga i pazienti in ogni parte del territorio, anche nei luoghi più lontani».
Paolo Pronzato, direttore della rete oncologica della Liguria, aggiunge: «L'accesso alla sperimentazione clinica dei nuovi farmaci deve essere considerata parte integrante dell'assistenza e garantita in tutti i centri e non limitata ai grandi istituti di cura». Tra gli intervenuti Romano Dainesi, ordinario di farmacologia clinica dell'Università di Pisa, ha fatto il punto sulle interazione tra farmaci e sulla gestione ottimale delle nuove molecole in oncologia. Ciò che soltanto dieci anni fa aveva prospettive di sconfitta, oggi si apre a significativi traguardi e successi che richiedono nuovi e onerosi impegni di spesa. Uno dei nodi da sciogliere è la possibilità di assicurare, da parte del sistema sanitario, cure prolungate per i pazienti oncologici che rappresenteranno, nel prossimo futuro e per la sola oncologia, una spesa equivalente allo 0,5 per cento del Pil, ovvero un decimo circa della spesa sanitaria italiana. Oggi, mediamente, dall'autorizzazione di un nuovo farmaco innovativo da parte di Ema (l'agenzia regolatoria dei farmaci in Europa) alla contrattazione e immissione a carico del Servizio sanitario della specialità, alcune anche capaci di ottenere notevolissimi miglioramenti negli esiti delle cure, passa circa un anno.
Giuseppe Profiti, manager che ha accettato la sfida di risanare la sanità calabrese, ha fornito dati preoccupanti sulla sostenibilità del sistema nel prossimo futuro in rapporto all'invecchiamento delle popolazioni e alle risorse disponibili. Oggi le scelte da fare per garantire l'efficienza del sistema sanitario di fronte a uno scenario che nei prossimi anni impone con urgenza la revisione totale dell'organizzazione attuale delle cure con una revisione dei sistemi e delle regole per rendere appropriata l'assistenza, garantire l'accesso ai farmaci innovativi e rendere sostenibili i costi di investimento in ricerca e innovazione. Un aiuto può essere rappresentato dall'utilizzo dell'intelligenza artificiale e della completa informatizzazione del sistema con i fondi disponibili dal Pnrr.
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