Ordine degli avvocati di Napoli, il presidente Troianiello dribbla i ribelli: «Fino a luglio non si parla di dimissioni»

Il vicepresidente Foreste guida la sfiducia

Immacolata Troianiello
La partita a scacchi all'interno del Consiglio dell'Ordine degli avvocati si prospetta lunga e complessa. Procede tra diffide, atti protocollati e repliche a distanza. La...

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La partita a scacchi all'interno del Consiglio dell'Ordine degli avvocati si prospetta lunga e complessa. Procede tra diffide, atti protocollati e repliche a distanza. La formazione di una nuova maggioranza all'interno del parlamentino forense di piazza Cenni è al centro di una sorta di braccio di ferro. Come è noto, esiste un gruppo (17 consiglieri su 25), che ha come punto di riferimento il vicepresidente Carmine Foreste e del quale fanno parte alcuni consiglieri che fino a qualche settimana fa sedevano sui banchi dell'opposizione. Un gruppo che ha formalizzato la propria sfiducia nei confronti del presidente Immacolata Troianiello. Il braccio di ferro è entrato nel vivo nelle ultime ore, quando la nuova maggioranza ha protocollato la richiesta di convocare il Consiglio e di inserire all'ordine del giorno la discussione della sfiducia a carico dell'attuale presidente. Una proposta accolta solo in parte. Come è noto, in questa settimana, non c'è stato l'atteso confronto in seno al Coa. Nessuna convocazione della seduta consiliare da parte del presidente Troianiello che, appena pochi giorni fa e dalle colonne del Mattino, ha spiegato le sue ragioni e il suo metodo di lavoro: «Convocherò presto il Consiglio, ma secondo tempi e modi che spettano solo al presidente stabilire perchè così prevede il regolamento. Voglio ricordare che anche in passato ci sono state settimane in cui la nostra assemblea interna è slittata». 

La Pec 

Detto, fatto: venerdì sera tutti i consiglieri sono stati raggiunti dalla convocazione. In sintesi, sarà prevista una seduta di consiglio che avrà inizio giovedì prossimo ed avrà seguito con cadenza settimanale fino a luglio. Non è chiarita la questione più urgente, quella legata alla formalizzazione dell'ordine del giorno rochiesto dai 17 consiglieri, vale a dire quello del voto sulla sfiducia e della nomina di un nuovo presidente. In sintesi, è immediata la replica della nuova maggioranza, che ovviamente non ci sta a un consiglio fiume. Spiega Carmine Foreste: «La convocazione di una seduta di un consiglio fiume, articolata in un centinaio di capi all'ordine del giorno, spalmati in prosieguo, da fine marzo a luglio, non ha precedenti nella storia del nostro Ordine e rappresenta, all'evidenza, un escamotage per discutere il più tardi possibile la mozione che riguarda personalmente il presidente, ovvero la sua sfiducia. Il nostro regolamento ha spiegato Foreste - prevede che tale mozione debba essere trattata alla prima seduta utile, ciò che non è avvenuto finora nonostante gli inviti ed anche le diffide che hanno portato a questa seduta monstre in cui viene indicata, in maniera elusiva, quale data di discussione luglio prossimo. Le motivazioni addotte dal presidente sono altresì di mera facciata e prive di pregio: deliberare la mozione di sfiducia non rallenta in alcun modo l'attività amministrativa dell'Ordine visto che l'approvazione del consuntivo avverrà a fine giugno; invero, sono l'ennesima dimostrazione della sua visione personalistica ed antidemocratica». Ma cosa accadrà ora? «La nostra mozione è un atto di responsabilità, sottoscritto oltre che da me da altri 16 consiglieri e di questi 9 avevano votato l'attuale presidente l'anno scorso, mentre i restanti consiglieri non hanno ancora preso posizione sulla richiesta. La nostra iniziativa è motivata dalla assoluta necessità di migliorare l'attività dell'Ordine con la piena e condivisa partecipazione di tutti i consiglieri».

Diversa è la posizione del presidente Troieniello che, proprio sulle colonne di questo giornale, ha ricordato le importanti acquisizioni fatte dal Consiglio sotto la sua gestione. In un anno - ha spiegato - è stata definita l'approvazione del bilancio, per altro ratificata in modo plebiscitario da ben settecento colleghi. Abbiamo creato le condizioni di dialogo con i capi degli uffici giudiziari e con tutte le componenti dell'avvocatura».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino