Boscotrecase. È una stanza guardata a vista. Dentro c’è Tomaso Stara, l’anziano operato al femore sano e poi a quello fratturato. C’è chi cerca di curiosare e c’è chi...
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La denuncia? «Ancora non abbiamo deciso - dicono - Ma desso cominciamo a spegnere i riflettori su questa vicenda assurda. Ciò che conta è che nostro padre si ristabilisca». Fa caldo anche tra il Vesuvio e il mare del Golfo, porte e finestre dei reparti sono spalancate aspettando un soffio d’aria un po’ più fresca. L’ambiente è concitato. In sette, tra medici e infermieri sono stati sospesi dal servizio. Se il reparto ”soffriva” per la mancanza di personale, adesso tutto è più difficile.
E poi ci sono le inchieste. Quella interna, avviata dalla direzione dell’Asl Na3 e quella che potrebbe scattare dopo che i carabinieri hanno eseguito il sequestro preventivo della cartella clinica relativa a Stara. Ancora nessun indagato, dunque. E forse non ce ne saranno. È possibile infatti che i familiari dell’uomo non denuncino: sembra che l’intervento sia stato eseguito dall’assistente del primario di Ortopedia, scelto proprio dalla famiglia dell’anziano di origini sarde ma da decenni residente a Napoli. Un medico di fiducia, che però nella circostanza avrebbe commesso l’errore. «È ovvio che essendo responsabile del reparto e avendo quella mattina la seduta operatoria, conosco bene la vicenda - dice il dottor Gaetano Sannino - ma non ne posso parlare se non nelle sedi qualificate». È diventato il nuovo «caso» del Sant’Anna, quello di Tomaso Stara. Anche se i dipendenti non ci stanno a sentir parlare di sciatteria. Piuttosto, sottolineano i disagi e i sacrifici a cui sono costretti. «L’Asl ha chiuso l’Ortopedia dell’ospedale San Leonardo di Castellammare e anche quella dell’ospedale Maresca di Torre del Greco. Il Pronto Soccorso qui è un porto di mare, e la maggioranza dei casi riguarda proprio l’Ortopedia».
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Il Mattino