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Ospedale Cardarelli in ginocchio per il pronto soccorso chiuso temporaneamente. È successo ieri, a Napoli, ed è stata la conseguenza di un'emergenza divenuta quasi cronica nel presidio collinare dove il sovraffollamento di barelle sta intralciando sempre più l'assistenza ordinaria. Non c'è posto e la struttura è talmente satura che dopo il blocco dei ricoveri e delle attività chirurgiche programmate, è arrivato lo stop per le ambulanze del 118 che, ieri, sono state direzionate verso altri ospedali. Il blocco del pronto soccorso è stato causato dalle stesse ragioni che, lo scorso 4 ottobre, comportarono un provvedimento identico. In entrambi i casi, l'impossibilità di accettare i pazienti non ha riguardato i casi di emergenza e l'unica differenza, tra i due episodi che si sono ripetuti come un copione, è stata che, nel primo caso, il blocco avvenne dalle 8.30 del mattino invece, ieri, le porte si sono chiuse dalle 15 circa fino alle 20. Nella nota della direzione ospedaliera si fa notare l'oggettiva impossibilità di accettare ulteriori pazienti per indisponibilità ricettiva con 115 nel pronto soccorso. Non solo.
Nel provvedimento che dispone il temporaneo blocco del pronto soccorso ad esclusione dei pazienti in codice rosso, i vertici del Cardarelli sottolineano come tale blocco incida inevitabilmente sulla rete dell'emergenza. In pratica, eventuali ambulanze indirizzate al pronto soccorso non potranno sbarellare rischiando il blocco di esercizio delle stesse, si legge nella nota che ieri annunciava un possibile blocco della rete del 118 (fatta sempre eccezione per i codici rossi). A far scattare la miccia, ieri pomeriggio, potrebbe essere stato un trasferimento di un ammalato da un presidio nella provincia di Napoli. Un trasferimento nel pronto soccorso che, secondo quanto stabilito più di un mese fa, dalla cabina di regia dell'Unità di crisi campana, dovrebbe poter usufruire di trasferimenti con una rete ospedaliera che possa mettere a disposizione posti letto. A queste criticità, si aggiunge un clima di mobilitazione che agita da diversi mesi i sanitari del Cardarelli e che è stato persino oggetto di un documento firmato da diciassette sindacati, lo scorso 27 ottobre, dove si sottolineava un'incrinatura tra il personale ospedaliero e la dirigenza del pronto soccorso. È anche vero che, proprio il Cardarelli è rimasto uno dei pochi presidi con padiglioni totalmente dedicati e operativi per l'assistenza Covid. «Alcune aziende sanitarie come il Cardarelli non possono reggere la domanda assistenziale Covid se non con una contrazione dell'assistenza ordinaria» si legge, infatti, in una nota Nursing up che ritiene necessario, alleggerire il carico di pazienti ordinari nel presidio con la duplice assistenza sanitaria (Covid e ordinaria).
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