Ospedale Cotugno di Napoli, assunti 200 precari: «Sono i nostri eroi del Covid»

«Sono stati mesi duri e faticosi ma anche pieni di gioia, ogni volta che un paziente veniva dimesso»

Gli eroi del Covid assunti al Cotugno
Gli eroi del Covid non sono stati dimenticati. Dopo due anni trascorsi a fronteggiare la pandemia senza mai risparmiarsi e senza alcuna sicurezza sul proprio futuro occupazionale,...

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Gli eroi del Covid non sono stati dimenticati. Dopo due anni trascorsi a fronteggiare la pandemia senza mai risparmiarsi e senza alcuna sicurezza sul proprio futuro occupazionale, arriva la stabilizzazione per 195 sanitari a Napoli. La procedura, già attivata con la conversione dei contratti a tempo determinato in tempo indeterminato, riguarda l'Azienda Ospedaliera dei Colli e soprattutto il Cotugno, presidio specializzato in malattie infettive che è stato il punto di riferimento per le cure ad alto impatto contro il virus. 

Garantire un'assistenza adeguata e proporzionata all'enorme mole di lavoro tra le mura ospedaliere durante la pandemia, è stato possibile soprattutto grazie agli operatori sanitari reclutati in tempi record e con procedure straordinarie. Il loro contributo è stato significativo e decisivo per fronteggiare i picchi dell'emergenza Covid ma, da adesso in poi, lo sarà altrettanto per far funzionare la macchina sanitaria anche nel suo regime ordinario. «Abbiamo applicato le norme e le indicazioni della Regione per attuare la stabilizzazione e così valorizzare il personale reclutato per l'emergenza», spiega Anna Iervolino, direttore generale dell'Azienda dei Colli che sottolinea come queste risorse umane verranno impiegate anche per «il rilancio degli ospedali dei Colli, attraverso l'abbattimento delle liste di attesa e l'aumento dei volumi di produzione». 

Nell'Azienda dei Colli, la stabilizzazione che ha coinvolto gli operatori sanitari in possesso di determinati requisiti previsti dalla Regione come 18 mesi di lavoro e l'assegnazione a reparti Covid, riguarda 68 infermieri di cui 7 pediatrici, 118 operatori socio sanitari e 9 tecnici tra personale di laboratorio e Radiologia. A questi numeri sono da aggiungere 130 persone con la scadenza del contratto a dicembre che pur non avendo maturato i requisiti, hanno avuto una proroga fino al 31 marzo 2023.

«Abbiamo fatto in modo di non perdere le competenze acquisite e non creare vuoti d'organico che ci sarebbero stati in azienda, senza le stabilizzazioni e le proroghe», afferma Iervolino che ora, è impegnata nel rilancio delle strutture con l'ampliamento delle sedute operatorie e l'accesso pubblico a discipline ambulatoriali dal momento che «la gente ha trascurato controlli e cure durante il Covid e, adesso, vogliamo fare in modo di incentivarli e garantire tempi brevi per ogni tipo di assistenza specialistica». 

«Sono stati mesi duri e faticosi ma anche pieni di gioia, ogni volta che un paziente veniva dimesso». Le parole di Antonio Piscopo, 33enne napoletano, infermiere del Cotugno riflettono il pensiero dei precari della Sanità nell'aver affrontato l'emergenza «con il cuore». «Sono stato reclutato per il Covid e anche se avevo già esperienze lavorative, si è trattato di un mondo completamente nuovo che, all'inizio, ci spaventava tutti», continua Antonio, oggi coordinatore infermieristico del reparto di Subintensiva Covid.

«Non ci siamo mai risparmiati e la stabilizzazione, è la gratificazione che stavamo aspettando, quella formale dal momento che sotto il profilo umano ne abbiamo avute tante». «La mia si chiama Pietro, un 40enne napoletano che si è salvato dal Covid e che oggi è uno dei miei più cari amici», conclude Antonio. 

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Il Mattino