«Pagate la tangente o non lavorate più», arrestato estorsore nel Napoletano

«Pagate la tangente o non lavorate più», arrestato estorsore nel Napoletano
«Smettete di lavorare, altrimenti vi faccio fare una brutta fine. E dite al titolare che si deve mettere a posto con gli amici di Sant'Antimo, se vuole terminare il...

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«Smettete di lavorare, altrimenti vi faccio fare una brutta fine. E dite al titolare che si deve mettere a posto con gli amici di Sant'Antimo, se vuole terminare il lavoro». La richiesta estorsiva risale a maggio, ai danni di una ditta edile di Quarto impegnata nel lavori di rifacimento dell'asfalto e della segnaletica di via Arcangelo Caiazzo a Casandrino. Ieri, sono scattate le manette per l'esattore del clan, Pasquale Verde, 58 anni, di Sant'Antimo, noto alle forze dell'ordine e ritenuto organico al clan dei Verde (dei quali è solo omonimo).


 

L'uomo è stato arrestato nella su abitazione dai carabinieri della compagnia di Giugliano, diretta dal capitano Andrea Corazta. I militari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta dei pubblici ministeri della Dda. Pesanti i reati contestati a Pasquale Verde, ritenuto responsabile di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'uomo, dopo le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Secondigliano, in attesa dell'udienza di convalida.
LA DENUNCIA
Le indagini sono scattate dopo la coraggiosa denuncia della vittima del tentativo di estorsione, un imprenditore titolare di una società edile di Quarto, che si era aggiudicata la gara di appalto da 90mila euro stanziati nell'ambito del decreto Sicurezza per il rifacimento di via Arcangelo Caiazzo. Per niente intimorito dalla minaccia, l'imprenditore si era rivolto ai carabinieri per sporgere denuncia. Le indagini, coordinate dalla Dda partenopea, sono state svolte dai carabinieri della sezione operativa, e i militari grazie ai servizi di osservazione e controllo delle attività del cantiere, e soprattutto grazie alle dettagliate testimonianze di alcuni operai (quelli intimoriti da Verde) sono riusciti ad identificarlo.
L'uomo sarebbe affiliato al clan Verde (una delle cosche storiche della camorra), che sembrava essere in disarmo in seguito agli arresti e alla violenta fine del capo, Francesco Verde, detto «'o negus», ucciso in un agguato a Casandrino dopo aver firmato presso il commissariato di Frattamaggiore. Evidentemente, come hanno accertato le indagini, il clan è ancora molto attivo, visto che la cosca mantiene un controllo asfissiante su tutte le attività produttive che operano nel territorio tra Sant'Antimo, Casandrino e Grumo Nevano, tre comuni da sempre considerati un feudo del clan.

L'arresto dell'estorsore è avvenuto in un territorio molto difficile, dove la camorra è permeata, diffusa e in qualche modo coperta da un'omertà trasversale in tutti i ceti sociali, e conferma una controtendenza da parte dei titolari di attività produttive, vittime dei tentativi di estorsione. Nell'area a nord di Napoli, sono già otto gli estorsori arrestati grazie alle denunce delle vittime. Un numero che può sembrare esiguo ma tale non è visto che le denunce per anni sono state pari a zero. L'inversione è stata possibile anche per una migliore e più efficace modalità della cosiddetta polizia di prossimità, e soprattutto per un continuo e quotidiano monitoraggio di attività produttive a rischio di estorsione.
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Il Mattino