Palmese: i giovani di Napoli vogliono anche cambiare

L'intervento del sacerdote a margine della cerimonia dedicata ad Annalisa Durante

Il sacerdote
«C'è una parte dei giovani di Napoli che ha voglia di cambiare, ma manca di quel canale che li caratterizza in questo cambiamento. Gaber diceva: l'urlo...

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«C'è una parte dei giovani di Napoli che ha voglia di cambiare, ma manca di quel canale che li caratterizza in questo cambiamento. Gaber diceva: l'urlo è un grido in cerca di una bocca, io credo che questo grido ha bisogno di una bocca per diventare dialettica e progetto». Così don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, sottolinea il difficile impegno dei giovani di una parte di Napoli che ha vissuto nella criminalità e che oggi vogliono costruire un loro personale cambiamento che aiuti l'evoluzione della città.

Don Palmese ha parlato a margine della ormai tradizionale iniziativa di Natale nel ricordo di Annalisa Durante, uccisa a 14 anni nello scontro tra fazioni camorristiche nel 2004 nel quartiere napoletano di Forcella. La ragazzina viene ricordata, come ogni anno nei giorni prima di Natale. «Ci sono luoghi emblematici - spiega Don Palmese - dove tutti dicono che c'è mafia ma anche antimafia, che qui non è fatta solo di dialettica o di una manifestazione di intenti ma della costruzione di una cultura alternativa alle mafie. Giannino Durante è un esempio perché sa che chi ha ucciso sua figlia è stata la mano violenta della camorra ma anche pezzi di un territorio senza cultura, tradizione e storia. Recuperarli significa anche recuperare la dignità delle persone. Oggi vediamo anche un fatto reale e virtuoso dai terreni confiscati con le coop che lavorano nel disagio, si producono cose alternative al mercato imperante per poterlo consegnare come dono ai familiari delle vittime».

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Il Mattino