Tra i momenti cruciali della vista del Papa sabato a Napoli, il pranzo con i detenuti di Poggioreale. Ad attendere Francesco ci saranno anche i reclusi dell'altro istituto...
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«Da quello che abbiamo saputo sarà un pasto molto frugale, semplice, perché il tempo è breve e perché l'intenzione del Santo Padre è quello di salutare singolarmente ogni detenuto: non so bene in questo momento se prima o dopo il pasto, prima di andare via», spiega l'operatrice. E rispetto alla situazione di disagio, sovraffollamento, inattività vissuta in carcere, il frutto che si attende da questa visita è in particolare «una speranza maggiore». «Giovanni Paolo II venne a Poggioreale - ricorda Esposito -. Anni dopo, io incontrai nel carcere di Secondigliano una persona e parlando della visita di Papa Giovanni Paolo II lui mi disse: 'Il Papa passò davanti alla mia cella e mi strinse la mano. Io in quel momento sentii una scarica dentro di me, uno svuotarmi di me stesso e trovai una serenità dentro di me... non le dico che cosa ho provato!'. E mi diceva: 'Io sono sicuro che quando uscirò da qui non rientrerò più', perché evidentemente quella stretta di mano aveva infuso in lui tanta e tanta di quella forza, di quella speranza per cui lui con sicurezza diceva: 'Io non rientrerò più in carcere!'».
Tra i detenuti del carcere di Poggioreale ci sono dieci reclusi del reparto riservato a transessuali, omosessuali e malati di Hiv.
Il Mattino