Papà operaio separato, l'azienda gli cambia turni per accudire figlia

Papà operaio separato, l'azienda gli cambia turni per accudire figlia
Era un padre «calpestato», come tanti. Aveva lottato per affermare il proprio diritto alla genitorialità riuscendo anche ad ottenere di vedere sopesso la sua...

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Era un padre «calpestato», come tanti. Aveva lottato per affermare il proprio diritto alla genitorialità riuscendo anche ad ottenere di vedere sopesso la sua bimba, tra anni appena, e che la stessa potesse trascorrere anche la notte a casa sua. Ma, laddove era riuscito a vincere la sua battaglia «legale», era rimasto schiacciato sotto il perso delle responsabilità lavorative. Invece, in parte grazie alla caparbietà sua e del suo legale, l’avvocato Alba De Felice, in parte grazie all’assetto dirigenziale della sua azienda, si è visto riconoscere anche dal mondo imprenditoriale un concetto importante, che per molti padri separati di oggi resta una chimera: la bigenitorialità.

 
Lo chiameremo Mario. Mario è un giovane padre separato, operaio specializzato in servizio presso la Merid Bulloni del Gruppo Fontana. Vive in una zona cerniera tra le province di Salerno e di Napoli e lavora a Castellammare di Stabia. Il suo diritto/dovere a fare il padre, dopo il pronunciamento del giudice che si è occupato della sua separazione, si è però scontrato con le difficoltà legate ad un lavoro di fabbrica, a produzione continua, e con le esigenze della figlioletta che, crescendo, ha iniziato ad avere un altro stile di vita. Come operaio specializzato il suo lavoro si svolge su tre turni: mattutino, pomeridiano e notturno. Così, quando si trovava ad avere il turno pomeridiano, e la bimba ha iniziato ad andare all’asilo, Mario si è trovato nell’impossibilità di vedere la piccola di pomeriggio, per tre volte a settimana - come disposto dal giudice - in quanto la mattina quando lui era libero, lei andava a scuola.

Se poi quella settimana di turno pomeridiano a lavoro coincideva con il week end in cui la piccola doveva stare con la madre, restava anche dieci giorni senza poter vedere la bambina. Una situazione che, ovviamente, si ripercuoteva sulle sue condizioni psicologiche e che, col passare del tempo, era diventata sempre più insostenibile per lui. Fino a quando l’azienda - a seguito di una specifica e motivata istanza rivolta dal suo legale, l’avvocato De Felice - pur nel rispetto del ciclo produttivo, ha riprogrammato i suoi turni, concentrandoli soltanto nella fascia mattutina o notturna, per consentirgli, nei pomeriggi previsti dal Tribunale, di incontrare la figlioletta.


«Ritengo che questo sia un gesto di grande civiltà, sia per il rispetto manifestato dal datore di lavoro nei confronti delle esigenze affettive del lavoratore, sia per l’approccio innovativo da parte dello stesso mondo del lavoro - precisa l’avvocato matrimonialista Alba De Felice, presidente onorario dell’Associazione matrimonialisti italiani - alla cultura ed al concetto della bigenitorialità a cui, da avvocato familiarista e matrimonialista, da sempre costantemente rivolgo tutti i miei sforzi e le mie energie professionali, considerandolo davvero un valore assoluto ed una priorità per la serenità dei minori». E ancora: «Questa esperienza, che per qualcuno potrebbe sembrare di poco conto, invece insegna che per ottenere dei risultati concreti per i fini che si perseguono, prima di rivolgersi precipitosamente ai Tribunali, è utile ed opportuno, a tutela di quell’ormai desueto principio, di “economia processuale” , percorrere, dapprima -doverosamente- strade alternative che potrebbero condurci, più agevolmente, proprio ai risultati che ci si prefigge. Così facendo, si eviterebbero, inoltre, a parte quanto sopra detto, anche inutili conflitti con l’altro coniuge, con inevitabile riverbero sulla serenità dei minori». «Grazie dunque - conclude la De Felice - alla grande sensibilità dimostrata dall’azienda e dai suoi dirigenti, per le esigenze di un papà che ha visto così concretamente rimossi ostacoli, prima esistenti, al suo sacrosanto diritto di incontro con la figlioletta».
 
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Il Mattino