POMPEI - Decorazioni, frammenti di affreschi dai colori vivi, parti di anfore e mattoni bollati. Sono alcuni dei tanti reperti ritrovati nella Regio V del Parco archeologico di...
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L'attività nel cuneo sta portando in luce strutture e reperti di ambienti privati e pubblici che contribuiranno ad arricchire la conoscenza del sito e lo stato di avanzamento della ricerca archeologica. «Nell'area di scavo affiorano stanze, giardini, muri, oltre a reperti quali anfore e pezzi di decorazioni architettoniche - spiega Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico - Noi avremo l'opportunità di studiare questi elementi del passato con le tecnologie del presente, dal drone al georadar».
Il primo stadio di intervento ha previsto la rimozione di tutta quella parte di terreno proveniente dagli scavi di fine ‘800 e ‘900, che veniva riversato nella zona del cuneo. Al di sotto di questi livelli è stata riportata in evidenza la stratigrafia vulcanica, con il livello di cenere sovrapposto agli strati di lapillo. Tra gli ambienti al momento emersi in adiacenza alla Casa della Soffitta, è stata individuata un’area aperta, probabilmente destinata a giardino. Nell’angolo sud-orientale di questo spazio già affiorano alcune anfore, di cui si sta studiando la tipologia e il contenuto.
Nei pressi, sta emergendo il vicolo che da via di Nola fiancheggiava la Casa delle nozze d’Argento. Leggermente in salita, si presenta nella sua originaria configurazione con lo zoccolo dei marciapiedi e gli ingressi degli edifici che vi si affacciavano. Nel Vicolo delle Nozze d’Argento stanno venendo alla luce alcune strutture archeologiche, tra le quali l’ingresso di una domus, con pareti affrescate a riquadri su fondo rosso con al centro l’immagine dipinta di una coppia di delfini.
Il 23 marzo 1748, dieci anni dopo la scoperta di Ercolano, un ritrovamento fortuito di alcuni reperti nella zona di Civita a Pompei, spostò l’interesse degli scavi Borbonici in quest’area. Inizialmente identificata con la città di Stabiae, solo nel 1763 ci si rese conto che si trattava dell’antica città di Pompei. A 270 anni di distanza da questo grande inizio, che cambiò la storia dell'archeologia e concesse al mondo l'unicità del patrimonio pompeiano, si raccontano, dunque, le attività di scavo e le scoperte di oggi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino