Si è giocato a colpi di carta bollata e di citazioni di codicilli del diritto canonico, lo scontro sulla validità di un vecchio diritto feudale, che ha avuto anche...
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IL PRIVILEGIO
Ricorrenze di nomi, per una vicenda che ha tenuto vivo il dibattito e la protesta fra i fedeli della chiesa isolana, a partire da quando monsignor Lagnese iniziò a dare i primi segnali circa la sua volontà di abolire un privilegio definito «feudale e anacronistico». Si tratta del diritto di Patronato che venne concesso dalla Chiesa isolana alle municipalità di Forio e Casamicciola Terme, in fatto di gradimento alla nomina dei parroci delle due basiliche cittadine, San Vito e Santa Maria Maddalena. In sostanza, i due comuni potevano indicare una terna di nomi dalla quale il vescovo sceglieva il parroco. Un diritto che a Forio è stato esercitato per l'ultima volta nel 1967 quando anche l'allora consigliere comunale Maurizio Valenzi - eletto nel Pci espresse il suo consenso alla nomina di monsignor Giuseppe Regine alla guida della parrocchia e della basilica che porta il nome del santo patrono di Forio.
Oggi l'ultraottantenne prelato è a un passo dal commiato e sulla scelta del nuovo parroco, Lagnese ha fatto capire da subito di voler avere le mani libere. Ma mentre Giovan Giuseppe Castagna, sindaco di Casamicciola, fin dalle prime battute si è mostrato sulla questione più evanescente, è toccato a Del Deo, ex democristiano sindaco di Forio, impugnare lo stendardo della tradizione. Prima c'è stato il voto del consiglio comunale che ha detto «no» alle intenzioni palesate dal vescovo e poi l'impugnazione, davanti alla Congregazione per il Clero del Vaticano, del decreto di revoca del diritto di Patronato promulgato da Lagnese l'11 aprile scorso. Ma il ricorso è stato respinto dal Vaticano e non è più appellabile, tanto da ricevere l'imprimatur di papa Francesco.
CASO CHIUSO
La curia, ieri, ha chiuso la questione con un comunicato. «In merito al diritto di Patronato nelle parrocchie di Santa Maria Maddalena in Casamicciola Terme e di San Vito in Forio che era stato dichiarato cessato dal vescovo di Ischia con decreti dell'11 aprile 2019, si comunica - si legge - che, relativamente al ricorso presentato dalle due amministrazioni comunali, la Congregazione per il Clero, dopo aver esaminato la documentazione inviata dal vescovo di Ischia e dalle parti ricorrenti, ha deciso di confermare i suddetti decreti, ritenendoli opportuni e conformi alla normativa canonica, sia nella procedura che nel merito».
Inoltre, la curia fa sapere che, «data speciale valenza pastorale dei provvedimenti del vescovo di Ischia», la Congregazione per il Clero ha presentato i propri decreti «al Santo Padre Francesco, chiedendogli di considerare l'opportunità di approvarli in forma specifica. Ed è così che lo scorso 17 luglio, il Santo Padre ha accolto tale istanza», rendendo di fatto definitiva la decisione della Congregazione.
Del Deo ha dovuto umilmente prenderne atto, si direbbe in religioso silenzio. E così dopo settecento anni finisce anche un privilegio oggettivamente anacronistico
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Il Mattino