Va bene «pensare solo a lavorare» come ama ribadire sempre, però il gran parlare sulla sua ricandidatura a Presidente della Regione Campania sta creando un...
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LA STOCCATA
Il tema della «politica politicante» lo stimola. In questi giorni di gran parlare di patto per le regionali tra Pd e M5S - con i pentastellati che hanno messo un veto sulla sua ricandidatura - non ha mai replicato. Ma ieri, a margine di una serie di appuntamenti pubblici e anche nel consueto appuntamento con Radio Crc, ha rintuzzato: «L'unico che mantenga una lucidità politica rimane Beppe Grillo - racconta in merito alla festa dei Cinquestelle tenutasi a Napoli lo scorso weekend - hanno festeggiato i 10 anni di vita e questo fa piacere. Credo sia mancata una cosa fondamentale: un'operazione verità. Il movimento non ha ancora imparato la buona educazione» Per De Luca i grillini «Sono un impasto di demagogia ed ignoranza. Se questi 10 anni segnano un'evoluzione verso un livello di educazione e concretezza, allora è un anniversario positivo, ma se devo ragionare rispetto a quello che sento nel Consiglio regionale, meglio chiudere le porte». Proprio alle Regionali e sulle ipotesi di alleanza giallorossa De Luca riserva un'altra stoccata: «Trovo sconcertante questo chiacchiericcio messo in piedi in merito alle Regionali. Rimarremo testardamente concentrati sul lavoro. Questa è una Regione che se non ti metti la notte a pensare alla risoluzione dei problemi, si arena da sola». E fa un esempio: «La Corte dei Conti ci impediva di fare nuove assunzioni, quindi in questi quattro anni abbiamo lavorato in condizioni assurde. Posso dire che abbiamo fatto in Campania quello che non si è fatto in 40 anni, nonostante le condizioni sfavorevoli. Noi, a novembre, usciremo dal commissariamento della sanità campana».
L'APPELLO
Sul Governo De Luca torna ad attaccare la misura con la quale si vorrebbe limitare l'utilizzo del contante per contrastare l'evasione fiscale: «Contano - dice - di recuperare sette miliardi invece si ritroveranno con sette miliardi di palle». Poi la sua solita battaglia sulla sburocratizzazione e la questione del reato di abuso di ufficio che paralizza il Paese. Al Governo De Luca chiede provvedimenti in questa direzione: «Non c'è il coraggio di affrontare la palude burocratica, amministrativa, giudiziaria che uccide l'Italia. L'abuso d'ufficio vale per gli amministratori ma non per i deputati e i ministri, mi rivolgo a coloro che vogliono combattere la casta, al M5S tanto per essere chiari, e dico loro che la vera casta siete voi. Da sindaco firmavo 300 gare l'anno in un Comune con carenza di personale è chiaro che in un simile contesto qualche errore ci può stare e si viene indagati».
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Il Mattino