Regionali Campania 2020, incubo Pd con la lista debole: «Svuotati dalle civiche di De Luca»

Regionali Campania 2020, incubo Pd con la lista debole: «Svuotati dalle civiche di De Luca»
Nel Pd è scattato l'allarme: serve rafforzare la lista per le regionali. E, quindi, chi è nell'orbita democrat, deve candidarsi nel partito e non cercare una...

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Nel Pd è scattato l'allarme: serve rafforzare la lista per le regionali. E, quindi, chi è nell'orbita democrat, deve candidarsi nel partito e non cercare una facile scorciatoia nelle civiche. Ieri mattina deputati, dirigenti e consiglieri uscenti ne discutono a palazzo Santa Lucia con il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola e con il segretario regionale Leo Annunziata. Con quest'ultimo già finito nell'occhio del ciclone mercoledì per aver convocato una segreteria ma senza presentarsi e, di nuovo, ieri mattina. Perché ieri mattina l'ex sindaco di Poggiomarino, fedelissimo deluchiano, viene accusato di non riuscire a gestire come si dovrebbe questa delicatissima fase politica.


All'incontro ci sono tutti i consiglieri regionali uscenti, i parlamentati Valente, Siani e Topo e i segretari provinciale e regionale. Quest'ultimo quasi non parla. Nemmeno un'introduzione e si ritrova subito sotto il fuoco incrociato dei compagni di partito. In particolare, raccontano, è Valeria Valente ad essere la più dura contro Annunziata. Il nodo è quello di non riuscire a guidare e organizzare il processo di organizzazione delle liste del centrosinistra lasciando tutto al gruppo deluchiano. Facendo così risultare il maggiore partito della coalizione un mero comprimario.

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Un problema serio che, a cascata, ne porta un altro: la lista del Pd viene giudicata troppo debole e corre il rischio di essere balcanizzata dalle civiche. Ad oggi, infatti, in lista ci sono solo gli uscenti oltre all'ex sindaco di Afragola Mimmo Tuccillo, l'ex deputato Massimiliano Manfredi e la capolista che dovrebbe essere la docente universitaria di Architettura Renata Picone. Troppo debole, con poco appeal e non all'altezza della sfida. Da qui la richiesta del segretario Sarracino di chiedere a De Luca di trovare una sintesi diversa. In teoria sarà il segretario regionale a prospettare il problema al governatore ma già ieri mattina Bonavitacola si è detto disponibile a discuterne.
 
Ai democrat, in particolare le donne, non va giù la candidatura delle tre assessore regionali nelle civiche. Parliamo di Marciani, Palmeri e Fortini già in campagna elettorale da settimane che hanno più chances altrove. La richiesta di Sarracino è di farle candidare nelle liste democrat. Stesso discorso anche per chi ha avuto, in questi 5 anni, incarichi di vertice dal governatore: «Diano una mano in campagna elettorale, si candidino nel Pd per portare voti».

Ma questo scenario può essere anche un'arma a doppio taglio: così facendo vorrebbe dire che incarichi tecnici o politici di questi 5 anni possono essere considerati andati al Pd. E anche nel caso delle assessore, vorrebbe dire che la giunta di questi 5 anni non è stata tecnica ma politica. Vedremo.

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Infine il nodo delle liste della coalizione. Si è deciso, sempre ieri mattina, di fermarsi a dieci senza andare oltre. Una sintesi per evitare dispersioni e che in qualcuna ci finiscano impresentabili o trasformisti. Per Paolo Mancuso, ex magistrato ora presidente del Pd di Napoli, nel vagliare i nomi oltre al codice etico del partito serve, spiega ieri mattina nella riunione, «darsi criteri più stringenti». A cominciare da chi ha mollato il Pd da poche settimane per cercare rifugio nelle civiche o chi era iscritto ai partiti di centrodestra. Serve sbarrare la strada, è la richiesta del Pd, a queste persone. Ma anche a chi, sottolinea Sarracino, attende gli ultimi sondaggi per capire con chi schierarsi. E ci sono molti ras del voto che non aspettano altro per decidere. «In una fase in cui fanno notizia trasformismi e cambi di casacca - sottolinea l'ex deputato e attuale componente dell'assemblea nazionale del Pd Manfredi - voglio dare un messaggio di coerenza con la mia storia politica: sono con il Pd contro la destra e i salviniani di risulta, che considerano la Campania come terra di conquista elettorale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino