Educare all'importanza della proprietà intellettuale, ai danni della contraffazione e della pirateria informatica e al valore della legalità. Sono questi gli...
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Il progetto, cofinanziato da Euipo, l'Ufficio dell'Unione Europea che si occupa di proprietà intellettuale, è la prosecuzione naturale dell'iniziativa di Adiconsum dello scorso anno, e prenderà il via il prossimo 18 novembre nell'Istituto comprensivo di Grumo Nevano nel napoletano, per poi fare tappa a Roma e Milano nelle prossime settimane. «Peers Say No» prevede lezioni educative per i ragazzi, incontri, attività di laboratorio nonché formazione di base e strumenti di approfondimento per gli insegnanti, attraverso suggerimenti per l'inserimento dell'educazione alla tutela della proprietà intellettuale nella didattica curricolare.
Il progetto nasce dalla consapevolezza che educare alla legalità è un'azione importantissima in una società in cui i numeri del mercato della pirateria e della contraffazione sono in continua crescita. La produzione illegale opera in concorrenza sleale ed erode profitti e ricavi alle imprese, danneggiandole in alcuni casi notevolmente. È il caso dell'industria culturale, del design e dell'intrattenimento, che vede interi settori perdere sostenibilità economica di giorno in giorno, fino al limite estremo del rischio di chiusura per le imprese e del crollo della produzione creativa.
Secondo un'indagine Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) e Ipsos di luglio 2019, la sola pirateria audiovisiva nel 2018 ha sottratto quasi 1,1 miliardi di euro all'economia italiana e oltre 600 milioni di euro di fatturato all'industria audiovisiva, «bruciando» 6.000 posti di lavoro. La merce contraffatta, inoltre, è prodotta nella totale illegalità: evasione fiscale, lavoro nero e lavoro minorile, uso di materie prime vietate o frutto di ricettazione, contrabbando, riciclaggio, danno ambientale, violazione delle leggi sulla salute e sicurezza dei consumatori e frode commerciale. L'industria del falso e della pirateria è in mano alla criminalità organizzata e recenti indagini giudiziarie hanno evidenziato collegamenti con il terrorismo internazionale e il traffico di stupefacenti. Chi acquista prodotti contraffatti consapevolmente deve sapere che contribuisce allo sviluppo del crimine organizzato, divenendone complice. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino